PHOTO
Nino Baseotto, segretario generale Fisac Cgil
Noi insistiamo nel chiedere a Parlamento ed esecutivo un’attenzione e una capacità di governo e di indirizzo del sistema finanziario del Paese. Quello bancario e assicurativo è un settore del quale ogni giorno i media raccontano i processi di ristrutturazione, di riorganizzazione, di acquisizione, il risiko bancario, ma al di là queste cose che purtroppo hanno talvolta il sapore del folklore, si parla di migliaia di posti di lavoro che cambiano o che vengono meno, con effetti sulle persone in carne e ossa. A fronte di tutto questo serve una grande opera di indirizzo da parte del gestore pubblico. Non si tratta di voler nazionalizzare la finanza ma prendiamo ad esempio il caso del Monte dei Paschi di Siena del quale lo Stato detiene il 68% del capitale: lì ci sono risorse e professionalità che non possono essere lasciate in balia delle onde del mercato. Perciò se qualcuno pensa di trascinarci in un’avventura elettorale, non possiamo fare a meno di denunciare che questo avrà ripercussioni sul destino di tanti concittadini e lavoratori in un momento in cui, secondo quanto ci stanno dicendo, si dovrà affrontare la terza ondata pandemica.
Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams Cgil
L’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio il paese anche economicamente. Il terziario è tra i settori più colpiti, sebbene con alcune eccezioni, come nel comparto del commercio alimentare e dell’elettronica di consumo rilanciata grazie all’e-commerce. L’industria turistica è ferma e dopo una timida ripresa estiva, con la stagione invernale chiusa, ha subito un altro forte contraccolpo; i pubblici esercizi sono allo stremo, costretti dall’alternanza dei divieti a qualsiasi tipo di programmazione, per non parlare poi delle pesanti conseguenze per agenzie di viaggi, aziende termali, abbigliamento, musei e servizi culturali.
Gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti stanno arginando una situazione esplosiva, ma senza un piano di rilancio e crescita, dal mese di marzo migliaia di lavoratrici e lavoratori rischiano di rimanere senza lavoro e senza reddito. Il Paese ha bisogno di essere al centro delle priorità dell’agenda politica, ha bisogno di responsabilità da parte di chi governa, perché è tempo di pensare alle persone e al lavoro, non ai tatticismi politici. C’è bisogno di una proposta concreta di investimenti e sviluppo, per ricominciare a crescere anche tenendo conto dei tanti cambiamenti ancora in atto e di un’emergenza sanitaria che non si esaurirà nel breve tempo. Le scelte e le azioni di adesso sono quelle che potranno traguardare l’Italia oltre la crisi.
Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil
La crisi politica in atto cade in un momento molto delicato per i settori della conoscenza. La confusione istituzionale tra Stato centrale e Regioni sulla scuola è sotto gli occhi di tutti: chiusura e apertura delle attività didattiche si sono susseguite in queste settimane lasciando disorientati e sgomenti lavoratrici e lavoratori, famiglie, studentesse e studenti. Veniamo da mesi in cui non si è data risposta alle nostre richieste finalizzate a coniugare il diritto allo studio con la sicurezza: stabilizzazione del personale precario, riduzioni di alunni per classe, ampliamento degli organici, priorità per l'effettuazione dei tamponi, presìdi sanitari in ogni scuola, trasporto dedicato. La crisi rischia dunque di aggravare una situazione già pesante e potrebbe impedire di rinnovare protocolli di sicurezza di settore e di modificare azioni strategiche come quelle previste nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Nel frattempo assistiamo a una accelerazione delle attività propedeutiche all'attivazione di alcune specifiche procedure della scuola, situazione tipica dei momenti di passaggio fra governi e ministri: graduatoria di III fascia del personale Ata (si attendono circa due milioni di domande), elenchi aggiuntivi delle Gps ( graduatorie provinciali per le supplenze), procedure varie di reclutamento dei Dsga (direttori dei servizi generali e amministrativi), indizione in piena pandemia delle elezioni del Cspi a cui hanno diritto di voto circa 1,2 milioni di lavoratrici e lavoratori, bando di concorso per gli insegnanti di religione.
Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil
La crisi politica dovrà risolversi garantendo non solo la continuità ma anche la tutela e il rafforzamento del Servizio sanitario nazionale. C’è bisogno di fornire indicazioni chiare e precise al nostro sistema sanitario che deve essere in grado di far convivere: l’ordinaria attività di assistenza alle cittadine e ai cittadini rispetto agli incomprimibili bisogni di salute, l’attenzione verso le persone più fragili e più esposte al rischio salute, la gestione dell'emergenza Covid - che come ci dimostrano i dati ha ancora bisogno di una straordinaria mobilitazione di impegno e risorse da indirizzare verso il sistema sanitario pubblico - e la gestione del piano vaccinale. Noi che rappresentiamo le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici, che operino nel pubblico come nel privato, crediamo che in questo momento la politica debba dare la priorità a risposte che siano in grado di gestire l'emergenza sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista sociale. Serve soprattutto una inversione di tendenza rispetto a ipotesi che non ci convincono contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, in particolare sul potenziamento dell’occupazione nei settori pubblici e nei processi di riforma della pubblica amministrazione, guardando a un progetto di sviluppo fondato sulla sostenibilità sociale e ambientale ma soprattutto sull'innovazione, costruendo un presente di opportunità per le nuove generazioni.
Questo è il momento del confronto, di volgere lo sguardo verso il futuro gestendo un presente difficile. Responsabilità vuol dire farsi carico di mettere l’emergenza della crisi nella quale versa il paese dinanzi agli interessi di parte. Per questo bisogna dare priorità alla costruzione di una coalizione delle forze sociali ed economiche, così come dell’associazionismo diffuso, per avviare un confronto con il governo e con le istituzioni per individuare e intraprendere le direttrici per portare il paese fuori dalla crisi pandemica e accelerare sullo sviluppo, dando un messaggio di speranza alle nuove generazioni. Una crisi politica non era la risposta più adeguata alla crisi pandemica, ora la politica trovi coesione, e lo faccia velocemente, per restituire fiducia e dare risposte ai cittadini.
Daniele Tissone, segretario generale Silp Cgil
La mia preoccupazione, come cittadino e come poliziotto, è che una nuova fase di instabilità, in qualsiasi direzione evolva, porterà soltanto nocumento al Paese e alla nostra categoria che, come tutti sappiamo, è impegnata ormai da un anno in uno sforzo straordinario legato all'emergenza coronavirus che si è aggiunta alle altre "emergenze - sicurezza" che ogni giorno gestiamo sui territori. Per di più lavoriamo con un contratto scaduto da quasi 750 giorni e con sempre meno personale che, a causa della crisi, rischia di non arrivare a sostegno di una categoria che ha l'età media degli operatori della sicurezza più alta in Europa.