Il virus ferma tutto, ma non la criminalità organizzata, anzi, se possibile, le offre nuove occasioni. E’, in sintesi, la considerazione condivisa nell’ultimo dibattito delle tre giornate di “Futura 2020” e dal titolo ‘Ambiente e legalità: tutelare il lavoro e combattere l’illegalità’. Protagonisti Marcello Minenna, direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil, condotti dal giornalista del Corriere della Sera, Federico Fubini.
Come ha evidenziato Massafra, quelle che vanno sono il generico nome di mafie traggono profitti dallo stress sociale ed economico esasperato dalla pandemia, costruendo un sistema di controllo sulla società stessa e il campo d’azione va dal caporalato, alle ecomafie, ai traffici illeciti sino al lavoro nero e a quella zona grigia di sfruttamento legalizzato.
A supportare questa tesi anche le dichiarazioni di Minenna che ha parlato di vero e proprio sciacallaggio. L’Agenzia delle Dogane, durante la pandemia è riuscita a sbloccare lo smercio di 500 milioni di mascherine che non avevano le caratteristiche volte a proteggere dal virus e un funzionario ha avuto un ruolo in Cina all’istruttoria che ha portato al primo provvedimento di custodia cautelare in relazione a un’attività fraudolenta per l’approvvigionamento di dispositivi sanitari.
L’economia sommersa ha colto l’occasione per tentare affari d’oro: dall’inizio della primavera “sono state bloccate quasi 10 mila tonnellate di merci e rifiuti illegali, stupefacenti, farmaci contraffatti, tessuti con caratteristiche nocive alla pelle, giocattoli tossici e oltre 100 milioni di euro in valuta che sarebbe uscita dalla nostra Repubblica in violazione delle leggi”. La criminalità e l’illegalità si insinua all’interno di circuiti legali, approfittando, ad esempio, della liberalizzazione del commercio di materiali di protezione dal Covid, facendo sì che molti pseudo imprenditori e faccendieri tentassero di arricchirsi.
Un appello accorato, in particolare per il settore dell’agroalimentare e dell’ambiente, è venuto da Petrini: “Bisogna fare in modo che la cittadinanza avverta che la situazione è emergenziale, non c’è tempo da perdere”, ha dichiarato il fondatore di Slow Food, sottolineando la necessita di “ridurre l’incidenza di atteggiamenti e metodi produttivi che implementano l’emissione di Co2 con la realizzazione di un disastro climatico di dimensioni bibliche”. Per questo è necessaria una grande mobilitazione delle coscienze, perché gli elementi di criminalità “si avvitano dentro le pieghe dell’incoscienza collettiva”. Spetta alla giustizia procedere, ma è la sensibilità di tutti che può “tagliare l’erba sotto i piedi della criminalità”.
Anche il capitolo immigrazione si è inserito nel dibattito, attraverso la necessità, sottolineata da Massafra, di regolarizzare gli immigrati come accaduto in altri Paesi, anche come arma contro la criminalità. “La sostenibilità oggi – ha concluso il segretario confederale della Cgil, è rimettere al centro la persona con un’impalcatura di tutele e diritti e questa deve essere una battaglia comune”.
(con la collaborazione tecnica di Mauro Desanctis)