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L’anno scolastico che sta per iniziare non sarà solo un anno difficile per l’emergenza epidemiologica, i cui sviluppi sono ancora imprevedibili, ma anche perché già si intravedono i segnali di riforme che, con il pretesto dell’emergenza, modificheranno nel profondo il nostro sistema educativo con forti e durature ricadute sul piano sociale, civile ed economico. Al tempo stesso nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un attacco senza precedenti al sindacato confederale, alla Cgil e, nello specifico, alla Flc Cgil.
Data la problematicità e la rilevanza politica del tema, per spirito di trasparenza e lealtà, avvertiamo l’esigenza di rivolgerci direttamente agli iscritti della Flc Cgil, alle delegate e ai delegati, alle nostre Rsu affinché possa emergere, con assoluta chiarezza e distinzione, la coerenza delle nostre posizioni, del nostro percorso rivendicativo e delle nostre conseguenti proposte.
L’attacco scatenato da settori del governo, da Confindustria, da alcuni intellettuali e sostenuto da una intensa campagna mediatica, su un tema tanto delicato quanto importante quale quello dell’obbligatorietà del green pass nei luoghi di lavoro a partire dalla scuola e della correlata controversia sulla gratuità dei tamponi antigenici o molecolari, risulta nei fatti destituito di fondamento, come del tutto pretestuosa appare la narrazione che vuole un sindacato schiacciato sulla sola difesa corporativa. Questi i fatti.
Green pass e obbligo vaccinale
Abbiamo chiesto fin da ottobre 2020 un canale prioritario per la vaccinazione del personale scolastico, nell’ambito di una campagna che chiedeva l’eliminazione dei brevetti sui vaccini, e il 15 gennaio 2021, nell’Assemblea generale nazionale, abbiamo approvato un ordine del giorno per chiedere, già al precedente governo, di rendere prioritaria la vaccinazione del personale della scuola e di tutti i settori della conoscenza. Questa scelta è stata inizialmente condivisa da governo e Conferenza delle Regioni e come sindacato siamo stati in prima linea nel difendere questa opzione anche nei momenti più difficili legati alla vicenda AstraZeneca. Oggi sappiamo che la scelta di vaccinarsi è stata condivisa dalla stragrande maggioranza del personale. Come abbiamo sempre sostenuto, occorreva andare avanti con la corsia preferenziale per le scuole, ben oltre il mese di maggio 2021, fino a raggiungere il maggior numero possibile di vaccinazioni.
Rammentiamo poi che l’articolo 32 della Costituzione offre al Parlamento la possibilità e la responsabilità di sancire l’obbligo vaccinale per legge. Non è certo un caso che lo stesso Presidente della Repubblica abbia scelto di intervenire nel dibattito pubblico. E nelle parole del Presidente Mattarella si ritrovano le analisi e le posizioni espresse dal sindacato, non solo sulla libertà come rispetto della comunità contro gli egoismi individuali, ma proprio sul tema dell’obbligatorietà del vaccino.
La Cgil è favorevole ad una legge sull’obbligo vaccinale nel rispetto dell’elaborazione scientifica oggi disponibile per arginare la pandemia e permettere il ritorno ad una vita in sicurezza. Stabilire quali siano gli strumenti più adeguati è un compito che spetta alla comunità scientifica e la sintesi delle scelte finalizzate alla tutela della salute pubblica deve essere del governo e del Parlamento. Il sindacato rivendica che i lavoratori possano svolgere la propria attività in sicurezza, con modalità chiare e definitive e che gli strumenti siano forniti ai lavoratori gratuitamente.
Quando senza alcun preavviso o confronto, dopo aver anticipato sulla stampa da settimane che il governo valutava l’obbligo vaccinale, è stata fatta la scelta del Green Pass per la scuola, abbiamo evidenziato fin da subito la complessità che avrebbe presentato l’introduzione di questo strumento pensato per altri contesti. Abbiamo quindi chiesto la gratuità dei tamponi esattamente come avviene in molti paesi europei (si pensi alla Gran Bretagna in cui ogni cittadino riceve gratuitamente un kit di 7 tamponi salivari ogni voltà che ne fa richiesta e la possibilità praticamente ovunque anche nei gazebo, di essere sottoposto a tampone antigenico o molecolare) e l’eliminazione di meccanismi sanzionatori automatici che nulla hanno a che vedere con uno strumento opzionale come quello che si stava adottando. Per la Flc Cgil solo l’obbligo vaccinale ha valore normativo e costituzionale di inconfutabilità e apoditticità, mentre le modalità di applicazione del green pass al contesto scolastico avrebbero dovuto rappresentare l’esito di un confronto concertativo, come sta avvenendo in queste ore tra imprese private e sindacati, piuttosto che il risultato di un’aprioristica determinazione del governo.
Protocollo sicurezza per l’avvio dell’anno scolastico 2021-22
Durante la fase di definizione del Protocollo di sicurezza per l’avvio dell’a.s. 2021-22 abbiamo sostenuto come a fronte di una categoria quasi totalmente vaccinata, ci fossero tutte le condizioni per effettuare ulteriori interventi per riprendere le attività in presenza e in sicurezza, a partire dalla forte riduzione del numero degli alunni per classe e dall’assunzione stabile di nuovo personale.
Nel Protocollo, il riferimento alla gratuità dei tamponi è limpidamente rivolto a tutti e non solo ai soggetti fragili, esattamente come avviene in tante aziende private. Solo dopo la sua sottoscrizione si è voluto artatamente trasformare la questione della gratuità da elemento legato al diritto del lavoratore di prestare la propria opera senza oneri, a una questione di natura etica, creando un corto circuito che ha alimentato polemiche senza fine. Per noi la gratuità dei tamponi è innanzitutto un elemento che garantisce a tutti il diritto di lavorare. Inoltre, anche in presenza del vaccino, il tampone è importante per gestire situazioni complesse e garantire l’eventuale tracciamento, dal momento che anche dopo il vaccino si può essere colpiti dal virus e, conseguentemente, lo si può trasmettere. Per questo riteniamo che il tampone possa essere considerato come trattamento sanitario fornito gratuitamente dal servizio sanitario nazionale. Sempre in quest’ottica abbiamo ripetutamente richiesto l’estensione del green pass, almeno per il contesto scolastico, anche al test salivare molecolare se non altro per evitare la invasività e onerosità dei test naso-faringeo. Oggi sappiamo che la commissione Affari Sociali della Camera dei deputati ha approvato un emendamento al decreto legge 105/2021 orientato nella direzione da noi auspicata.
Le vicende legate al Protocollo lasceranno ferite non facilmente rimarginabili: mai si era vista una organizzazione sindacale, che, a poche ore dalla dichiarata adesione al documento, rifiuta poi di apporvi la propria firma rimangiandosi l’intesa raggiunta. Peraltro, nel corso della trattativa non era mai stata posta da parte di nessuno dei presenti come questione dirimente quella della gratuità dei tamponi solo per alcuni soggetti e non per tutti, ma si è convenuto sulle modalità con cui sarebbe stato possibile realizzare l’accordo su quel punto, evitando eccessivi aggravi e complicazioni pratiche nella gestione da parte delle scuole.
Molto grave il comportamento del ministero dell’Istruzione che, spinto da una enorme pressione mediatica, con proprie note, solo successivamente ha inteso interpretare unilateralmente i contenuti più significativi dell’accordo, questione che rappresenta al di là del merito un problema di affidabilità dell’interlocutore. Il risultato è che una vicenda tutto sommato marginale nel negoziato a fronte di altre che avevano richiesto un tempo molto più lungo di discussione come il passaggio sulle risorse straordinarie per interventi sugli organici nelle classi sovraffollate, è stata trasformata nell’unica questione sul tavolo.
A distanza di pochi giorni dalla firma del protocollo e mentre andrebbe fatta massima chiarezza sull’applicazione del green pass, appare sempre più evidente come le scuole siano state lasciate sole a partire dalla dirigenza scolastica e dalla struttura amministrativa. Per questo possiamo dire che quell’accordo è seriamente messo in crisi proprio dai comportamenti del ministero.
Lo scontro in atto nel Paese
È dunque del tutto evidente come l’attuale fase politica abbia scelto la scuola, la ricerca e l’istruzione quale terreno privilegiato dello scontro tra forze che, pur al governo del Paese, sono distantissime tra loro. Ma soprattutto la scuola muove risorse ed è sulle risorse che è in corso lo scontro maggiore, dall’orientamento di quelle del Pnrr a quelle che servono ogni giorno per garantire già da subito classi più adeguate all’insegnamento e all’apprendimento e quindi con numeri più bassi per garantire il distanziamento necessario a contenere la diffusione di un virus che rimane aggressivo. Al contrario si vuole rendere di fatto la scuola il primo settore in cui l’eliminazione del distanziamento interpersonale diventa decisivo proprio perché gli organici della scuola sono il nodo vero sul quale non si intende investire.
Che fare ora? Le proposte oltre la demagogia
In tutti questi mesi la Flc Cgil si è battuta affinché si ritornasse alle attività in presenza coniugando la massima sicurezza per i lavoratori e gli studenti, con la lotta alle pesanti diseguaglianze che la didattica a distanza ha portato con sé. Per riprendere l’attività in presenza occorrono scelte precise, rapide e investimenti solidi.
Innanzitutto ribadiamo l’invito alle lavoratrici e ai lavoratori che siano nelle condizioni di farlo, a prescindere dalle decisioni che il governo assumerà in materia di obbligo, ad aderire responsabilmente alla campagna vaccinale.
È necessario eliminare tutte le situazioni di affollamento delle classi e di mancato rispetto del distanziamento di almeno un metro, tema che, ribadito formalmente negli impegni sottoscritti dal ministro nel Protocollo di sicurezza, è letteralmente scomparso nelle note ministeriali. Su questo punto, del resto, né il Cts né il ministero hanno fornito risposte precise o convincenti.
Occorrere ripristinare l’organico covid per tutto l’anno scolastico 2021-22, come prevede l'intesa, con la finalità fondamentale di garantire il distanziamento, prevedendo la suddivisione delle classi e l’aggiunta di personale Ata dedicato tenuto conto dell’aggravio dei carichi di lavoro per garantire la sicurezza.
Riteniamo indispensabili interventi di modifica delle norme (come il Dpr 81/09) sulla formazione delle classi e sul dimensionamento scolastico, norme che sovrintendono alla definizione degli organici, interventi necessari per cambiare davvero la scuola riportandola alle disponibilità di risorse precedenti al ministero Gelmini, innalzandone la qualità. Non è più rinviabile il tema dei presidi sanitari nelle scuole come strumento strategico per tenere sotto controllo la diffusione del virus e per far assumere nelle singole istituzioni scolastiche decisioni ponderate (chiudere o tenere aperte le scuole) nei casi di focolai.
Insistiamo per l’esclusività del sistema di trasporto scolastico: è davvero singolare chiedere rigore e inflessibilità alle istituzioni scolastiche, a fronte di una sostanziale disattenzione agli obblighi di sicurezza durante il percorso in treno o autobus. Queste, come altre proposte che portiamo avanti da tempo con coerenza, richiedono risorse. Invece assistiamo all’ennesima replica di uno spettacolo già visto: si parla di oltre due miliardi ma in realtà si sommano cospicui risparmi, stanziamenti di leggi precedenti, risorse europee e solo per una frazione nuovi finanziamenti. Insomma una situazione sicuramente peggiore di quella dello scorso anno.
Si tratta di una situazione ormai insostenibile. Per noi l’apertura dell’anno scolastico dovrà essere caratterizzata da importanti momenti di mobilitazione e lotta anticipati da una straordinaria campagna di assemblee. Abbiamo di fronte passaggi importanti: dall’applicazione del protocollo e di tutte le intese sottoscritte alla manovra di bilancio 2022 collegata al Pnrr, dal rinnovo del Ccnl a partire dalla questione salariale, all’emergenza precariato risolta solo in parte e grazie alle nostre iniziative. Le mobilitazioni dovranno rivendicare un’idea di scuola democratica e del diritto all’istruzione per tutte e tutti saldamente ancorata ai principi costituzionali di eguaglianza e parità di diritti, soprattutto nelle aree depresse e nel Mezzogiorno. Per questo lavoreremo affinché siano pienamente coinvolti studenti, famiglie, associazionismo, movimenti.
La nostra forza risiede nell’essere uniti, nel praticare quotidianamente la partecipazione democratica alle scelte strategiche, nel rivendicare un sistema educativo nazionale in cui il ruolo dello Stato continui ad essere centrale contro ogni forma di autonomia differenziata, nel considerare l’autonomia didattica e di ricerca come fonte primaria di una visione progressista e innovativa della scuola. Sappiamo di poter contare sulla grande passione e sulla profonda coscienza civile di tutte le lavoratrici e i lavoratori della scuola e, in particolare, di coloro che hanno scelto di condividere i nostri valori e aderire alla Flc Cgil.
Un caro saluto e un augurio di buon lavoro a tutte e tutti.
Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil