In Veneto, nonostante la crisi profonda delle strutture per anziani, i sindacati aspettano ancora una convocazione da parte delle istituzioni regionali. In un comunicato congiunto, le categorie del territorio di Cgil, Cisl e Uil che rappresentano i lavoratori del settore scrivono di aver appreso dalla stampa,“tramite le parole dell’Assessore Lanzarin, l’intenzione di Regione Veneto di incontrare le organizzazioni sindacali sui temi riguardanti le RSA. Resta il dato, ad oggi, che non sia ancora arrivata alcuna convocazione nonostante le crescenti difficoltà del settore, la mancanza di risposte concrete sul tema del riconoscimento economico per il personale e le numerose richieste in tal senso fatte da queste organizzazioni sindacali. Un’assenza di riscontro che non possiamo leggere se non come segnale di una difficoltà a mettere in campo risposte concrete ed efficaci per far fronte alle tante questioni in ballo”.
Tra le criticità da affrontare immediatamente, quella della carenza degli organici, arrivata ormai a veri e propri livelli di insostenibilità. Dovuta a un’insufficiente programmazione del fabbisogno del personale degli ultimi anni e a una scarsa valorizzazione dello stesso, che hanno portato ad una vera e propria fuga verso le ULSS, alla ricerca di migliori condizioni di lavoro e retributive. Si moltiplicano nei territori le segnalazioni di lavoratori costretti a saltare giorni di riposo con carichi ormai insostenibili, periodi di ferie estive sospesi e persino ipotesi di trasformazione unilaterale di rapporti a tempo parziale in tempi pieni. “È del tutto evidente – si legge nella nota – che in questi termini non è solo la condizione di chi lavora o la qualità del servizio a risentirne, ma è l’erogazione stessa del servizio ad essere in discussione. Eludere il tema o rimandarne il confronto non aiuta e rischia di determinarsi un serio problema di sostenibilità del sistema”.
Quello che serve urgentemente, per il sindacato, è avviare un confronto per consentire condizioni di lavoro sostenibili al personale e la garanzia di un servizio di qualità per gli ospiti delle strutture. “Per questo – scrivono – abbiamo già inviato ai prefetti di alcuni territori le richieste di apertura di tavoli per affrontare la crisi relativa alle carenze di personale e non escludiamo di estendere nei prossimi giorni tale iniziativa in tutte le province. Ma non basta. Se da un lato oggi la priorità è uscire da questa fase di emergenza, non si può eludere il fatto che è ineludibile una riforma complessiva di un sistema che ha espresso durante l’emergenza COVID tutta la propria strategicità all’interno della sanità territoriale e ha mostrato anche tutte le sue fragilità. Una riforma che metta pari condizioni tra pubblico e privato. Anche per questo, e perdurando la mancanza di riscontri formali da parte dell’Assessore Lanzarin, ribadiamo con forza l’intenzione di rilanciare una iniziativa per riportare in piazza le lavoratrici ed i lavoratori delle RSA pubbliche e private, per dare voce ai tanti lavoratori dimenticati” .