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Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto, comune del bolognese teatro di una delle più terribili stragi compiute dai nazifascisti in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, conosciuta anche come l'Eccidio del Monte Sole. Un crimine di guerra contro la popolazione civile che fu perpetrato in un'azione di rastrellamento condotta contro formazioni partigiane, tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944, in cui morirono 1830 persone.
Ai giorni nostri, 79 anni dopo, la prima cittadina di questo comune, per aver detto alla vigilia del 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, che non avrebbe tollerato nostalgici sul palco delle celebrazioni ufficiali, è stata fatta oggetto di una campagna di odio che, tra lettere e telefonate, ha raccolto il peggio del repertorio fatto di minacce di morte e insulti, spesso firmate da sedicenti "nazifascisti da generazioni". "Non mi lascio intimorire", ha detto la sindaca in varie interviste. In occasione del 25 aprile aveva dichiarato che non c'era spazio a Marzabotto per chi non sia dichiaratamente antifascista e che La Russa si dovrebbe dimettere da Presidente del Senato dopo le frasi pronunciate su Via Rasella.
La Camera del Lavoro di Bologna le ha indirizzato un messaggio di solidarietà. "Vogliamo esprimere piena solidarietà e vicinanza a Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto. Condividiamo ogni parola dell’intervento di Valentina pronunciato sul palco di Monte Sole in occasione delle celebrazioni del 25 aprile, sia sul ruolo che deve svolgere la seconda carica dello Stato sia sulla presenza inopportuna, nei luoghi e nei giorni in cui si celebra la Resistenza antifascista, da parte di chi antifascista non è, e nemmeno dichiara di esserlo, anche perché è sempre stato dall’altra parte.
La Cgil è impegnata ogni giorno, in tutti i posti di lavoro e nel territorio, per difendere e applicare la Costituzione, riconfermando la richiesta di scioglimento delle forze politiche neofasciste. 'A nostri posti ci troverai'”.