In Italia non si fa edilizia residenziale pubblica, case popolari non se ne costruiscono e anzi sono molte di più quelle che vengono vendute per effetto di assurde leggi che consentono l’alienazione di un patrimonio che è di tutti. È questa l’opinione dell’ingegnere Giancarlo Storto, per una vita direttore generale delle Aree urbane e dell’edilizia residenziale del ministero delle Infrastrutture, che snocciola gli indicatori da cui nasce l’emergenza abitativa che stiamo vivendo: sono 650mila le domande di famiglie a cui sono stati già accertati i requisiti per l’ammissibilità per l’entrata in alloggi pubblici, giacenti presso gli istituti autonomi di case popolari. Un numero rilevante che indica un grande bisogno da parte dei ceti più deboli, rimasto senza risposte adeguate.  

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