Puntata n. 6/2024 – Infelici e scontenti. L’Italia scivola di dieci posizioni nella classifica della felicità
Infelici e scontenti
L’Italia scivola di dieci posizioni nella classifica della felicità. A dircelo è il World Happiness Report, l’indagine sulla felicità nel mondo che ogni anno viene pubblicata il 20 marzo, Giornata internazionale della Felicità. E dal 33° al 41° posto è stato un attimo. Perdiamo posizioni ogni anno, una vera e propria emorragia di felicità. Nel 2021 eravamo 28esimi, 31esima nel 2022. In una scala da 0 a 10, il nostro Paese registra un punteggio di 6,3. La Finlandia, prima in classifica, è a 7,7. Quali sono i fattori chiave sui quali gli autori basano questa stravagante classifica? Quelli che generalmente rendono le persone più felici. Il sostegno sociale, il reddito, la libertà, l’aspettativa di vita in buona salute e l'assenza di corruzione. Aaaaaahh, allora adesso è tutto chiaro e decisamente credibile.
2024, i morti nel Mediterraneo sono già 215
Quelli di cui se ne sa qualcosa. La ricostruzione e le testimonianze dell’ultimo naufragio sono disumane. Sembra che nulla abbia più senso. Decine di migranti sono morti di fame, di sete e di freddo, nonostante alcuni elicotteri avessero sorvolato la posizione del gommone e avessero costatato le difficoltà dovute al mare grosso. Il loro motore si era rotto poco tempo dopo la partenza, ancora in acque libiche. E quando le scorte di acqua e cibo sono finite le persone, tra cui tanti bambini, hanno iniziato a morire. Uno dopo l’altro. I corpi affidati alle onde. Partiti in 75 quando la Ocean Viking li ha soccorsi erano rimasti in 25.
Pnrr, il mistero è sempre più Fitto
La Corte dei conti stronca il piano del governo: “Tagli alla sanità e dubbi sulle coperture”. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani
194,4 miliardi di euro mica bruscolini. Il gruzzoletto del Pnrr nelle mani del governo è potenzialmente la classica bacchetta magica capace in un baleno di trasformare il carbone in oro. La speranza in concretezza. Ed invece l’uso privatistico della ripresa e resilienza made in Meloni accentra il potere e burocratizza la ripartenza. E la favola in realtà è una favoletta dal finale rovesciato. Con il principe che ridiventa rospo dopo essersi sentito Re. Ma stavolta a denunciarlo non è la solita opposizione del campo santo stimolata dalla Corte dei Conti che non tornano. I malumori arrivano dai vicini di poltrona preoccupati per gli ospedali al collasso e per i cantieri fatiscenti. Fitto è il mistero e anche il ministro che si ostina gelosamente a custodire lo scrigno luccicante e incatenato. “Specchio specchio delle mie brame chi è il più disastroso di tutto il reame?”.
Pioltello incompresa, troppo avanti per il ministro Valditara
Pioltello, hinterland milanese, Italia, Mondo. Nella cittadina di 36mila abitanti c’è la scuola Iqbal Masih - e già averla intitolata al piccolo sindacalista pakistano, schiavo in una fabbrica di tappeti e morto a 12 anni dopo essere diventato un simbolo mondiale della lotta al lavoro minorile dice tanto di questa comunità e di questo istituto. Istituto nel quale hanno deciso di iniziare con un giorno di anticipo il calendario scolastico, a settembre, per accordare ai tantissimi alunni musulmani un giorno di vacanza per la festa di fine Ramadan, il prossimo 10 aprile. A Pioltello il 25% della popolazione - 36mila abitanti - è straniera. Nel comune convivono oltre 100 nazionalità, circa la metà del mondo. Decisione saggia, quindi, lungimirante, aperta, per l’integrazione, no? No, per il ministro Valditara, preoccupatissimo per l’effetto che questa manciata di ore sottratta alla didattica avrà sulla preparazione dei ragazzi. Il titolare del merito e dell’istruzione porta addirittura come prova inconfutabile i dati sui livelli di competenze degli studenti dell’Iqbal Masih, enormemente inferiori rispetto a quelli della media lombarda, dimenticando che la metà dei giovani è di origine straniera e in famiglia parla la lingua dei genitori. Ma poi ci chiediamo, il ministro Valditara non ha proprio niente di più urgente da fare che stare sempre in campagna elettorale?
Non c’è due senza tre
Chiudiamo questo tris di ministri con la decisione senza precedenti di Piantedosi che ha deciso di nominare una commissione che verifichi l’ipotesi di scioglimento del consiglio comunale di Bari per infiltrazioni mafiose. Tutto questo alla vigilia delle elezioni per il sindaco. Rabbia e lacrime per l’attuale primo cittadino, Antonio Decaro, che ha ricordato tutte le battaglie per la legalità combattute in prima linea e per le quali ha ricevuto minacce e vive da anni sotto scorta. Reazione durissima e solidarietà da parte della Cgil di Bari e della Puglia: “La realtà è che siamo stati protagonisti insieme con associazioni, movimenti e società civile dell’azione per la legalità e abbiamo trovato nel sindaco un confronto costante per realizzare una antimafia sociale”.
Roma città libera
Ieri 21 marzo, nella XXIX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, grande corteo organizzato da Libera e Avviso Pubblico nella Capitale. Centinaia le scuole e le associazioni che, come ogni anno, hanno dato la propria adesione. Decine di migliaia di persone e di giovani in piazza. Cgil in prima linea anche questa volta per rispondere all’appello di Don Ciotti: era importante esserci “per dire al Paese da che parte si sta, per metterci un po' della nostra testa e del nostro cuore” e “camminare insieme per liberare il nostro Paese dalla presenza criminale e corruttiva e da tutte le varie forme di illegalità”.
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