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Per quanto riguarda scuola, educazione e formazione nel decreto rilancio ci sono indubbi passi avanti, anche se non basta: occorrono azioni più mirate e concrete e, soprattutto, maggiori risorse. Così Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil con delega alla scuola. “Purtroppo il tema della scarsità di investimenti non è nuovo, ce lo portiamo dietro da almeno un decennio. Ci sono comunque segnali che vanno nella giusta direzione: la scuola e l’educazione, come rivendichiamo con forza, devono essere centrali nella ripartenza del Paese”, sottolinea.
Nel decreto si parla di contrasto alla dispersione scolastica, anche questa è una battaglia storica dei sindacati...
Sì. In Italia il tasso di dispersione scolastica è in crescita ed è dunque necessario agire con interventi che invertano questa tendenza. Nel decreto chiediamo misure più stringenti e mirate. Bisogna coinvolgere gli enti locali e le autonomie scolastiche, cioè i soggetti che agiscono sul territorio. Mentre il ministero, dal centro, deve agire sulla destinazione dei progetti e delle risorse che devono essere maggiori, ad esempio utilizzando i fondi europei, per esempio con il Pon scuola.
Voi avete mostrato apprezzamento anche per il capitolo del dl che interessa il sistema integrato dello 0-6…
In questo caso bisogna superare i divari clamorosi tra Nord e Sud del Paese. Anche in questo caso servono però più risorse, la dotazione complessiva deve salire da 15 a 35 milioni di euro. È una sfida per il Paese perché gli effetti peggiori della crisi sanitaria le hanno pagati i più piccoli, che non hanno avuto possibilità di accedere alla didattica a distanza e per i quali gli spazi di socialità sono una parte fondamentale del progetto educativo. Quindi: più risorse, ma anche una progettualità più precisa da parte del governo.
E per quanto riguarda l’edilizia scolastica?
Altro nodo imprescindibile. Per realizzare la ripresa in presenza a settembre, secondo il distanziamento indicato dal comitato tecnico-scientifico, gli investimenti nell’edilizia scolastica sono fondamentali e implicano un piano di azioni e interventi molto importanti. Come chiesto anche da Regioni e Comuni serve un aumento importate delle risorse destinate a questo capitolo, altrimenti difficilmente riusciremo a parlare di ripartenza dopo l’estate.