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Filastrocca settembrina già l’autunno si avvicina, già l’autunno per l’aria vola fin sulla porta della scuola. Sulla porta c’è il bidello, che fischietta un ritornello, poi con la faccia scura scura prova la chiave nella serratura, prova a suonare la campanella… Bambino, prepara la cartella!
Oggi, primo settembre, la scuola ufficialmente riparte con il recupero degli apprendimenti. Si ricomincia! Tra dubbi, ritardi, incertezze, perplessità, voglia e, allo stesso tempo, un po’ di paura da parte dei ragazzi di ripartire. Ai nostri figli, nipoti, compagni, amici facciamo i più cari auguri di un sereno ritorno a scuola attraverso le parole di Giuseppe Di Vittorio.
“Amici studenti - diceva il segretario generale della Cgil nell’ottobre 1954 portando agli studenti d’Italia il saluto dei lavoratori - in occasione dell’inizio dell’anno scolastico, sono certo di esprimere il sentimento profondo di tutti i lavoratori italiani, inviando a tutti voi, il loro saluto augurale ed affettuoso. Sappiamo che la situazione attuale è tutt’altro che facile per la gioventù studiosa. La scuola, i libri e le varie attrezzature scolastiche sono troppo cari e perciò impongono gravi sacrifici alle famiglie che in grande parte si dibattono in seri disagi economici. In pari tempo, ai giovani studenti, che compiono notevoli sforzi per formarsi una cultura, una qualifica professionale e quindi aprirsi una strada nella vita attiva, non sorridono liete prospettive. Sono troppo numerosi in Italia i giovani diplomati e laureati che, dopo tanti sacrifici, non riescono a procurarsi un posto di lavoro adeguato alla loro preparazione e alle loro inclinazioni. Tutto questo potrebbe indurre numerosi studenti a considerare con pessimismo la loro vita: e ciò sarebbe un gravissimo errore. No, giovani studenti d’Italia: non c’è ragione di cadere nel pessimismo! È vero che iniqui privilegi di casta e di classe ostacolano e ritardano la sviluppo economico e civile del nostro Paese, per cui milioni di lavoratori, manovali e intellettuali sono condannati alla disoccupazione e alle più crudeli privazioni. Ma voi ben sapete che nel nostro Paese vi è una classe giovane e vigorosa, forte e produttiva: la classe operaia, la classe di tutti i lavoratori, la quale lotta con fermezza ed energia contro le ingiustizie sociali, per abbattere gli ostacoli che si oppongono al progresso economico e culturale del nostro popolo e per creare una situazione che permetta ai lavoratori, ai tecnici e agli scienziati d’Italia di consacrare le loro energie congiunte all’utilizzazione razionale di tutte le possibilità latenti di lavoro produttivo, per garantire a tutti gli italiani lavoro, benessere e tranquillità e che apra alla nostra gioventù prospettive di una vita serena e felice. Abbiate, dunque, fiducia in voi e in tutte le forze sane, oneste e progressive del lavoro italiano! Unite le vostre forze e il vostro slancio giovanile a quello dei lavoratori italiani, d’ogni corrente e d’ogni professione, uniti nella grande Cgil, e noi tutti assieme rinnoveremo l’Italia, la libereremo dall’arretratezza economica e dalla miseria, eleveremo il livello di vita e di civiltà del nostro popolo, porteremo avanti la nostra bella Italia sulla via del progresso, della libertà e della pace con tatti i popoli della terra …”.
Parole sorprendentemente attuali che richiamano alla mente la crisi economica post pandemia, le paure e le incertezze di tutti, ma soprattutto dei giovani, verso il proprio futuro. Però, ragazzi, continuate a studiare, “istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”. E in questa strada in salita ricordate che non sarete mai soli.