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“Dopo il decreto 'sblocca cantieri' nulla si è sbloccato e i 600 mila lavoratori edili che hanno perso il posto sono ancora disoccupati". Così Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea.
Per far ripartire gli investimenti e i cantieri delle grandi opere non serve ridurre tutele, diritti e trasparenza. "Servono una programmazione seria di medio periodo, l’individuazione di strumenti per l’accelerazione della spesa, un ruolo più deciso di Cassa depositi e prestiti e delle banche, la riforma degli incentivi per ristrutturazioni, bonus energetico e anti sismico, le tutele per i dirigenti pubblici che mettono a gara i nuovi lavori contro i rischi di danno erariale e di contenzioso amministrativo, la valorizzazione dei lavoratori e dei contratti collettivi. Insomma, va rilanciata quella Cabina di regia che si era avviata con il ministro Delrio e che, al contrario, Toninelli, di fatto, aveva bloccato e serve un autentico patto di legislatura tra forze sociali e governo, per intervenire sui nodi veri che hanno reso asfittico il settore delle costruzioni, così strategico per la ripresa economica nazionale”, continua il sindacalista.
Bene concentrarsi sulla legge Finanziaria, quindi, come primo segnale di un’inversione di tendenza, ma altrettanto importante, continua il dirigente sindacale, "è una visione di medio periodo, una programmazione condivisa che indichi in modo chiaro che se il Paese vuol competere nel mondo, deve recuperare più competitività e più innovazione, a partire da un moderno sistema infrastrutturale che abbatta i costi logistici e rimetta il Mezzogiorno nella condizione di competere come grande hub per il Mediterraneo", aggiunge il dirigente sindacale.
Contemporaneamente, serve declinare il green new deal, "a partire da un recupero massivo del costruito, rigenerando città e quartieri e mettendo in sicurezza il nostro fragile Paese. La principale alternativa a una competizione che negli anni si è scaricata solo sui lavoratori - riducendo i salari e aumentando la precarietà - è una politica che aggredisca il nodo di una produttività di sistema tra le più basse in Europa e per farlo servono politiche industriali all’altezza della sfida che abbiamo di fronte. Siamo pronti a fare la nostra parte, assumerci le nostre responsabilità, avanzare proposte e vigilare, perché poi gli impegni diventino fatti”, conclude il leader degli edili Cgil.