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Bisogna ridiscutere il rapporto tra scuola e lavoro e serve una riforma improcrastinabile dell'alternanza ora diventata Pcto. Dopo la tragica morte di Lorenzo Parelli, studente impegnato nel quarto anno nel settore della meccanica industriale nel percorso duale del Centro di formazione professionale del Bearzi di Udine, il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, scrive al ministro Bianchi. Riportiamo di seguito il testo.
Egregio Ministro Bianchi,
scriviamo per rappresentare il senso di sgomento che ha colpito la comunità scolastica tutta di fronte alla tragica scomparsa di Lorenzo Parelli, studente impegnato nel quarto anno nel settore della meccanica industriale nel percorso duale del Centro di Formazione Professionale del Bearzi di Udine.
Si tratta dell’ennesimo epilogo mortale di quella strage silenziosa che si verifica quotidianamente sui luoghi di lavoro e su cui la Flc, insieme alla Cgil, chiede maggiori e più concrete misure di prevenzione. Questo episodio, però, se possibile, aggiunge alla gravità della morte sul lavoro, lo sconcerto di una morte nel sistema di istruzione.
Sarebbe grave e ingiusto anche nei confronti di Lorenzo non avviare, finalmente, un bilancio serio sull’attuale rapporto tra scuola e lavoro e in particolare rispetto a quanto gli ordinamenti prevedono nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto).
Ripetutamente la nostra organizzazione, da sempre consapevole del valore del lavoro, ha puntualizzato la necessità di assicurare la centralità di una impostazione educativa e didattica ad ogni attività rivolta ai soggetti in formazione, alle studentesse e agli studenti che sono affidati alla scuola.
Sono agli atti del ministero dell’Istruzione specifici dossier contenenti le proposte della Flc Cgil finalizzate a eliminare l’obbligo delle attività dei Pcto, senza contare le richieste di emendamenti e le raccolte firme. In continuità con quanto sempre espresso sull’alternanza, la Flc Cgil ritiene che i Pcto debbano essere attività formative programmate dalle istituzioni scolastiche, coerenti con le esigenze di apprendimento degli studenti e adeguate ai contesti territoriali, per cui le conoscenze/competenze acquisite nella scuola trovino concreto sviluppo e ribadisce la necessità di non consentire che, a causa dell’obbligo imposto dalla norma, tali esperienze si trasformino, invece, in astratte forzature che negli anni hanno dato origine ad esperienze inutili e a volte dannose.
Rappresentiamo, signor Ministro, l’elaborazione culturale e pedagogica di una significativa parte della comunità scolastica a cui è indispensabile dare ascolto e legittimazione sul piano della professionalità, anche e soprattutto nel rispetto dei troppi incidenti e, infine, di questa tragica morte. È opportuno discutere della riforma di un’alternanza diventata Pcto e del ruolo centrale da riservare alle scuole. Le chiediamo, pertanto, un incontro urgente.