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Otto auto date alle fiamme, la scorsa notte, all'esterno dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto. I veicoli, appartenenti a lavoratori della fabbrica impegnati nel turno di notte, erano in sosta davanti alla portineria imprese, dove accedono i lavoratori terzi. Le vetture erano vicine fra loro. In corso le indagini per accertare l'episodio. Già altre volte automobili parcheggiate all'esterno dello stabilimento sono state incendiate ma mai in un numero così alto. Appena qualche giorno fa i sindacati avevano scritto ad ArcelorMittal, prefetto e questore della città, segnalando nuovi danni alle auto in sosta. I sindacati hanno immediatamente convocato un tavolo sulla sicurezza.
La fabbrica sta cadendo a pezzi e nessuno fa nulla. Secondo i lavoratori, il siderurgico è letteralmente abbandonato, non solo negli impianti e nelle manutenzioni e quanto accaduto ne costituisce allarmante conferma. Le auto date alle fiamme sono l'ennesimo episodio che si inserisce nel clima pessimo tra ArcelorMittal, dipendenti, sindacati, imprese appaltatrici e territorio. Ieri si è svolto uno sciopero di 24 ore in fabbrica al reparto produzione lamiere e ieri l'azienda ha comunicato la proroga della cassa integrazione covid per 9 settimane, dal 14 settembre, per 8100 dipendenti.
I parcheggi non sono custoditi. Non c'è alcun impianto di videosorveglianza, né vengono controllati dalla vigilanza di stabilimento. Luoghi che versano da tempo in una condizione di degrado con la presenza costante di cumuli di rifiuti. Oggi sono molto meno affollati rispetto al passato perché da mesi ArcelorMittal tiene quasi 4mila dipendenti diretti, la metà dell'organico, in cassa integrazione.