Aumenta l’e-commerce, crescono gli ordini, si intensificano le attività di magazzinaggio e distribuzione. Un sovraccarico che non può garantire la distanza di almeno un metro ai lavoratori, che spesso non sono stati dotati dei dispositivi di protezione. I sindacati lombardi avevano segnalato la situazione alle Prefetture, alle Questure, alle Ats, e in alcuni casi le autorità erano intervenute nei confronti delle aziende. Adesso però ci si mette l’ordinanza regionale di ieri, 6 aprile, che al punto 3 dell’art. 1 completa la liberalizzazione delle consegne a domicilio senza alcuna distinzione tra il recapito di suppellettili e la consegna di mascherine.
“Un indirizzo assolutamente incoerente con quanto sempre dichiarato dalla Regione – denunciano Cgil Cisl Uil Lombardia e i sindacati di categoria dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti - per di più inserito, quasi di nascosto, in un’ordinanza che è stata presentata come una mera correzione della precedente. Una scelta in totale contrasto con i provvedimenti di tutela sanitaria che le istituzioni stanno adottando, che aggrava i problemi sui quali abbiamo lanciato un allarme sanitario oltre che sindacale”. Mentre si registrano casi di contagio in diversi magazzini e nel settore delle consegne a domicilio, questo provvedimento non potrà che peggiorare situazione. Per queste ragioni, i sindacati si mobiliteranno per garantire ai lavoratori coinvolti la tutela della salute.