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Il governo ha deciso di dire 'no', al riconoscimento della malattia per i lavoratori di Medicina (Bologna) ai quali è stato impedito di andare al lavoro quando il loro comune era "zona rossa", nel pieno dell'emergenza sanitaria per il coronavirus. Il Pd ha lavorato in Parlamento negli ultimi giorni per sbloccare la vertenza, ma l'emendamento preparato alla Camera dai dem è stato alla fine scartato: non sarà dunque tra quelli accolti nel pacchetto che vedrà presumibilmente nelle prossime ore l'approvazione (con fiducia) del decreto Rilancio.
A mancare, raccontano i dem di Montecitorio, è stato il via libera del Mef, il ministero dell'Economia. Ma un nuovo tentativo per evitare una clamorosa beffa ai lavoratori di Medicina, molti dei quali sono stati costretti ad usare le ferie per le assenze dal lavoro, verrà fatto a fine luglio, quando in Parlamento arriverà il decreto sugli ammortizzatori sociali. E in quella occasione, questa almeno la speranza dei dem bolognesi, lo stesso Mef potrebbe dare il via libera.
"Inaccettabile quanto sta accadendo alla Camera. Governo e Parlamento rimedino subito a questo gravissimo errore". Lo sostengono la Cgil regionale dell'Emilia Romagna e la Cgil di Bologna a proposito della vicenda del Comune bolognese.
"Gli effetti di quelle decisioni di carattere sanitario non possono ricadere sulle spalle di lavoratrici e lavoratori che da quattro mesi non ricevono quanto loro spetta", insistono Cgil Emilia Romagna e Cgil Bologna.
Anche il sindaco di Medicina, Matteo Montanari, non nasconde la sua delusione. "Siamo di fronte all'ennesimo rinvio della soluzione del problema" Con la Regione, fa sapere il sindaco, chiederemo un incontro specifico perché nonostante le rassicurazioni di tutti i partiti ancora non si trova una soluzione al problema.