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I Caaf hanno sempre funzionato, anche nei giorni più duri del lockdown. Finora hanno assicurato a lavoratori e pensionati, ovviamente con modalità a distanza e approfittando delle nuove tecnologie a disposizione, lo svolgimento delle pratiche più urgenti. E adesso, ma in realtà già dalla scorsa settimana, hanno riaperto le sedi (almeno parzialmente) con tutte le necessarie misure anti-contagio. La campagna per la presentazione della dichiarazione dei redditi, la cui scadenza quest’anno è prorogata al 30 settembre, continuerà a svolgersi così: un mix di lavoro in presenza, in diretta e in “differita”. Un insieme di modalità che gli utenti sembrano apprezzare, garantendo sicurezza ai cittadini e agli operatori dei Centri di assistenza fiscale.
“Fino alla settimana scorsa le nostre sedi sono state chiuse e i dipendenti hanno usufruito del Fondo d’integrazione salariale”, spiega Valentino Marzella, amministratore delegato del Caaf Cgil della Calabria, precisando di “aver comunque sempre garantito le pratiche urgenti, allo scopo di non far perdere diritti ai contribuenti, lavorando su appuntamento tramite mail e telefono”. Nella regione i Centri di assistenza fiscale sono 34, con 46 dipendenti fissi e circa 35 stagionali (a tempo determinato). “Dall’11 maggio siamo tornati tutti a tempo pieno e abbiamo riaperto gli uffici. L’attività è organizzata ‘in differita’: prima c’è la raccolta dei documenti, in un secondo momento c’è la lavorazione. Questo ci permette di far sostare le persone dentro o fuori le nostre sedi il minor tempo possibile, evitando assembramenti. Abbiamo comunque organizzato gli appuntamenti prendendone uno ogni mezzora, proprio per evitare gli eventuali accavallamenti tra le persone”.
Anche in Lombardia i Caaf non hanno mai smesso di lavorare, ma hanno riaperto fisicamente le sedi prima della Calabria. “Nel periodo del lockdown abbiamo attivato lo smart working, mantenendo un costante collegamento a distanza con l’utenza, allo scopo di risolvere le questioni più urgenti”, illustra il presidente del Caaf Cgil regionale Tom Regazzoni. La Lombardia annovera 240 sedi e 280 dipendenti a tempo indeterminato, cui si aggiungono altri 200-250 stagionali. “Il 27 aprile – aggiunge – siamo tornati nei diversi uffici per preparare la riapertura, che è avvenuta, almeno per un centinaio di sedi, il 4 maggio scorso, ovviamente con tutte le precauzioni previste dai protocolli. L’11 maggio gli uffici riaperti sono saliti a 160, mentre lunedì 18 contiamo di raggiungere i 200”.
In Calabria la “differita” è certamente la modalità più usata, anche perché “la tecnologia – riprende Marzella – non è ancora molto usata, e più di un terzo dei nostri utenti sono pensionati. Ed è anche una modalità che evita la sala d’attesa e le soste fuori dagli uffici”. Gli utenti, infatti, consegnano i documenti che hanno già concordato precedentemente al telefono con l’operatore Caaf, firmano le deleghe e subito vanno via. “Attualmente le pratiche in giacenza sono 3.200, con l’aiuto degli stagionali contiamo di smaltirle al più presto”, assicura l’amministratore delegato: “Fino a giugno abbiamo tutto prenotato, ora stiamo prendendo gli appuntamenti per luglio e agosto. Per farlo basta andare sul nostro sito e fissare il giorno e l’orario”. Riguardo le pratiche, Marzella evidenzia il predominio dei 730: “La proroga consente la presentazione fino al 30 settembre, ma noi possiamo trasmetterli già da giugno. I contribuenti si stanno affrettando, anche perché prima si invia il 730 e prima si ottiene il rimborso”.
Tornando invece in Lombardia, Tom Regazzoni sottolinea che alla riapertura sono state adottate “tutte le precauzioni previste, dai plexiglass sulle postazioni al distanziamento delle scrivanie, all’utilizzo di tutti i dispositivi di protezione per operatori e utenti. Abbiamo ridotto di circa il 60 per cento la disponibilità degli spazi, stiamo anche usando gli scanner per la misurazione della temperatura”. Ma tutto questo ha un costo: “Il primo impegno di spesa, fatto in aprile, era di oltre 60 mila euro. Ma non sono sufficienti, ci stiamo accingendo a nuovi investimenti”. Anche in Lombardia i sistemi di “contatto” con l’utenza sono stati tre: presenza diretta, differita e canale a distanza, con quest’ultimo (tramite la app Digita Cgil) in forte crescita. “Da lunedì 18 – conclude il presidente del Caaf Cgil regionale – contiamo di lavorare 3-4 mila pratiche al giorno. Qui va segnalato il boom dell’Isee, che ha ormai pareggiato in quantità i 730, dovuto ai diversi bonus introdotti dal governo per fronteggiare economicamente gli effetti della pandemia”.
Il giro d’Italia dei Centri di assistenza fiscale si conclude nel Lazio. “Non siamo mai stati chiusi”, dice il presidente del Caaf Cgil regionale Alessandro Biagiotti, che dirige una struttura con oltre cento sedi, 85 lavoratori a tempo indeterminato e almeno un centinaio di stagionali. Nel Lazio i Centri hanno organizzato, per l’intero mese di aprile, l’iniziativa “Uffici aperti a porte chiuse”: un numero verde gratuito (800.678196) dove spiegare la propria esigenza e lasciare i propri riferimenti, venendo richiamati entro 24 ore per poi elaborare in differita la pratica o avere una consulenza su agevolazioni o bonus. “L’iniziativa è stata un successo”, commenta Biagiotti: “Da lunedì 4 maggio i nostri Caaf hanno però riaperto i battenti, e l’assistenza diretta, previo appuntamento, rimane sempre la modalità più apprezzata”.
Gli utenti quattro giorni prima del loro appuntamento ricevono da parte del Caaf un sms che li rinvia a una pagina del loro sito internet, dove sono indicate tutte le precauzioni che devono adottare per l’accesso alle sedi. “C’è una app, chiamata Cgil Online, scaricabile su tutti i dispositivi, in cui è possibile elaborare la dichiarazione dei redditi a distanza, ed è un servizio messo a disposizione di tutti i contribuenti già registrati presso i Caaf”, conclude Biagiotti: “Voglio specificare che è lavoro a distanza, non lavoro online, come quello dell’Agenzia delle entrate. Il contribuente, quando ha precaricato i documenti, viene chiamato dal nostro operatore, volendo è anche possibile fare una videochiamata. Pertanto c’è sempre una consulenza fiscale diretta alla persona”.