Il Comitato tecnico scientifico sul progetto del ponte sullo Stretto di Messina rileva 68 mancanze strutturali nel progetto stesso che mettono bastoni tra le ruote al ministro Matteo Salvini, il quale aveva annunciato l’inizio dei lavori già per prima dell’inizio dell’estate.
Il Comitato, nominato dal ministero delle Infrastrutture (il dicastero guidato dallo stesso Salvini) di concerto con le Regioni, non ha certo bocciato il progetto, ma ha elaborato una lunga serie di raccomandazioni tra le quali ve ne sono alcune di particolare rilievo. Tra questi: è chiesto che siano fatte maggiori verifiche sull’effetto dei venti perché le ultime risalgono al 2011; anche quelle sulla tenuta sismica devono essere aggiornate in base ai violenti terremoti verificatisi negli ultimi anni; è poi richiesto l’utilizzo di materiali dii più recente tecnologia e di rendere noto come e dove sarà reperito l’acciaio necessario alla costruzione del ponte.
Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, nell’audio-intervista spiega che le criticità sollevate non giungono nuove e non colgono il sindacato stupito. Il progetto sul quale si basa il piano del consorzio privato Eurolink e gestito dalla società pubblica Stretto di Messina Spa è ormai datato e la necessità del ministro Salvini di procedere velocemente con l’inizio dei lavori è dettata da esigenze elettorali e quindi di propaganda.
Mannino insiste anche sul costo del ponte, poiché si parla di 13 miliardi di euro, ma i costi lieviteranno inevitabilmente, anche per i rilievi del Comitato. Motivo per il quale ‘il governo ha sollevato sul progetto una nebulosa che impedisse di vedere le criticità. Non manca il capitolo espropri, quelli che devono essere effettuati nei confronti di chi occupa, con abitazioni o aziende, le aree che saranno interessate dal cantiere e dalla mega-struttura del ponte che avrà i suoi piedi sulla terraferma di Sicilia e Calabria. E anche l’accordo sugli espropri è ancora in alto mare.