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L’Inca, il patronato della Cgil, ha svolto un ruolo centrale nel difficile periodo che stiamo attraversando ed è stato un punto di riferimento decisivo per centinaia di migliaia di cittadini in grande difficoltà. Anche per questo, il momento attuale, questo complicatissimo 2020 nel quale l’istituto ha anche celebrato il 75esimo anniversario di nascita, sembra quello giusto per darsi un nuovo profilo e affrontare un processo di cambiamento della comunicazione, senza cambiare la sua missione, “che – si legge nel comunicato – resta ancorata alla promozione e alla difesa dei diritti previdenziali e socioassistenziali”, come è ben spiegato nel nuovo slogan, Ogni umana tutela.
Il cambio di passo, iniziato con una sostanziale operazione di restyling del sito istituzionale (per visitarlo clicca QUI), più facile e accessibile e dove si possono trovare rapidamente tutti gli aggiornamenti legislativi su pensioni, salute, assistenza e migrazioni, viene completato con un video istituzionale che verrà diffuso sui principali canali social (per vederlo clicca QUI), “affinché ogni cittadino, ogni cittadina possano conoscere meglio i servizi offerti dall’Inca che, per volume di attività, è tra i principali Patronati operanti in Italia e all’estero”.
“Ogni anno – si legge nella nota – l’Inca svolge oltre 3 milioni di pratiche intercettando circa 5 milioni di utenti. Fondato nel 1945, per volontà della Confederazione generale del lavoro, la storia di questo Istituto è strettamente intrecciata con la faticosa opera di ricostruzione del nostro Paese e, insieme alla Cgil, al processo di emancipazione del mondo del lavoro”.
“Un’attività di assistenza e tutela che, nonostante le conseguenti difficoltà derivanti dall’emergenza sanitaria a causa della pandemia, prosegue ancor oggi senza soluzione di continuità. Soltanto nei tre mesi di lockdown, tra marzo e maggio, sono state aperte quasi 550.000 pratiche, di cui quasi la metà (262.000) consisteva in domande di sussidio socio assistenziale, tra cui figuravano quelle per i “bonus” con causale Covid-19 (129.000)”.
“Tutto ciò è stato possibile grazie alla professionalità, al lavoro e al sacrifico di centinaia e centinaia di sindacalisti e sindacaliste della tutela individuale – spiega Dario Boni, del collegio di Presidenza Inca –. Con questo rinnovamento vogliamo rafforzare ancora di più e meglio la nostra missione, convinti di rappresentare un presidio sociale prezioso soprattutto in questo momento così difficile per il nostro Paese. Vogliamo continuare ad essere un interlocutore affidabile per gli stessi Enti previdenziali pubblici (in primis Inps e Inail) per far sì che ciascun cittadino possa contare su un valido aiuto per ‘ogni umana tutela’, attraverso il riconoscimento dei diritti, sanciti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato, ed evitare che restino soltanto sulla carta”.