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"Invece che il lockdown ti ammazziamo la famiglia". "Ti spelliamo vivo". "Sei da schiacciare, da calpestare, da odiare e da ammazzare appeso a testa in giù". "Signor ministro, presto ci vedremo o in tribunale o in obitorio".
Una tastiera e l'odio corre veloce, questa volta il destinatario dei messaggi è il ministro della Salute Roberto Speranza. Odiatori seriali, fomentati da chi soffia sul fuoco. Per ora gli indagati sono quattro per minacce aggravate. Decisione presa al termine di indagini condotte dalla Procura di Roma, dai militari del Reparto Operativo del Nas, nelle province di Torino, Cagliari, Varese ed Enna.
Intanto al ministro arriva la solidarietà del mondo del lavoro.
La Cgil in tweet scrive: " Siamo vicini al ministro Roberto Speranza e alla sua famiglia per le ignobili minacce ricevute. La gestione della pandemia è una sfida complessa che possiamo vincere solo rimanendo uniti e con lo sforzo di tutti. Le intimidazioni non fermeranno l'impegno del Ministro e della Cgil"