Stanca, come questa campagna elettorale. Roma è al capolinea, come il suo sistema di trasporti pubblici. Immersa nel degrado dei cassonetti pieni che sfregiano il suo volto come cicatrici. Affogata nelle disuguaglianze esplose definitivamente con la pandemia.
“Una città senza prospettive – ci racconta Michele Azzola, segretario generale della Cgil capitolina, citando un report che ha potuto soltanto confermare gli allarmi che Cgil, Cisl e Uil lanciano da tempo sull’occupazione nel territorio. “Chi lavora si è impoverito e guadagna meno di prima perché questa è diventata la città dei lavoretti e del lavoro a basso valore aggiunto. E soprattutto chi lavora accede a un mercato del lavoro completamente precario. Noi abbiamo solo giovani che entrano nell’ambito dei servizi, senza garanzie. Una condizione che fa scappare i giovani dalla città. E una città che non attrae i giovani è una città senza futuro, una città che invecchia. Solo il lavoro di qualità combatterà le diseguaglianze che si stanno generando”.
“La Cgil continuerà ad impegnarsi nel sociale – è l’impegno del leader sindacale –. Lo abbiamo fatto in questi anni istituendo, insieme all’Arci, Nonna Roma, un punto di riferimento e un supporto fondamentale nella lotta alla povertà. Continueremo a stare nel territorio, ascoltando le persone e impegnandoci per loro. Per aiutarle a uscire dalla condizione di degrado e di paura che le attanaglia. Ma se non c’è il lavoro che dà a queste persone un’opportunità diversa, la nostra battaglia è persa. Senza il lavoro resteranno facile preda della malavita”.
“La Cgil deve radicarsi in ogni singolo municipio di questa città, diventare centro di aggregazione di quel tanto civismo che pure c’è. Roma ha mille problemi, ma anche mille risorse che a volte sono sconosciute. La Cgil può coglierle per provare a ricucire il territorio e chiudere gli strappi che si sono generati in questi anni”.