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Il Salva-casa è legge. Il Senato ha approvato in via definitiva, con la fiducia posta dal governo, le nuove regole del condono edilizio voluto dal ministro delle Infrastrutture Salvini. Tra l’abbassamento dei limiti sui sottotetti, il via libera ai mini appartamenti, il percorso più facile per ricavare una stanza in più, la conversione del decreto ha modificato alcuni aspetti del provvedimento originario e ha allargato ulteriormente le maglie.
Tra le novità introdotte, il ripensamento dei paletti per stabilire se un’abitazione risponda o meno ai requisiti igienico-sanitari istituiti nel 1975. Inoltre, diventano abitabili i locali anche con un’altezza minima di 2,40 metri (30 centimetri sotto l’attuale limite). Possono avere l’abitabilità anche i monolocali con superficie minima di 20 metri quadrati per una persona (finora il minimo era 28 metri quadri). Si snelliscono le regole e le procedure per il cambio di destinazione d’uso.
E ancora: sconti per chi decide di regolarizzare il suo immobile usando il nuovo accertamento di conformità (sono state tagliate le sanzioni), e regolarità concessa in automatico per una serie di opere se realizzate entro il 24 maggio 2024, che quindi non avranno più bisogno di ottenere la sanatoria, in virtù di nuove tolleranze costruttive ed esecutive fissate dal decreto.
“Il testo della legge di conversione ha modificato in senso peggiorativo le già discutibili regole del decreto originario – commenta Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia, sindacato degli inquilini e degli assegnatari di edilizia pubblica della Cgil -. Le scelte del governo non sono state in grado fino a oggi di intervenire in modo strutturale per affrontare e risolvere il crescente disagio abitativo. Il Salva-casa è di fatto una mega sanatoria e un condono mascherato e non ha nulla a che spartire con il preannunciato Piano Casa di cui non si vede traccia mentre i Comuni, alle prese con l’emergenza abitativa, non potranno attingere risorse dai fondi di sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole non rifinanziati dal governo sia per lo scorso anno che per questo”.
Le perplessità del Sunia riguardano l’intero provvedimento: le norme sul recupero dei sottotetti, sulle parziali difformità, sulle variazioni essenziali, sui mutamenti di destinazione d’uso, sulle tolleranze di altezza e superfici costruttive ed esecutive, sui minori limiti per l’altezza e per la superficie degli alloggi.
“Mentre l'emergenza abitativa in Italia si acuisce, è inaccettabile che non vengano stanziate adeguate risorse – aggiunge Chiappelli - e permangano ritardi e inadempienze per i finanziamenti provenienti dall’Europa per i piani di recupero, il risanamento e l’efficientamento energetico dell'edilizia pubblica, a partire dallo stanziamento di 1 miliardo e 381 mila euro sul RepowerEU, da dividere entro settembre 2024. Un'urgenza sottolineata da fatti reali, come la tragedia delle Vele di Scampia”.
Il Sunia continuerà a sostenere le proposte della petizione popolare depositata in Parlamento nei mesi scorsi, per sollecitare una rapida discussione nelle competenti commissioni delle misure necessarie a garantire una nuova politica abitativa nel nostro Paese.