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Netta l’opposizione della Cgil di Palermo all'ipotesi di sfratto dell'Istituto Gramsci, una delle poche istituzioni culturali permanenti della città, ventilata dalla giunta comunale. L'Istituto ha infatti ricevuto dal Comune una lettera con cui gli si chiede di indicare entro il prossimo 30 settembre una data per lo sgombero dei locali che occupa presso i Cantieri culturali alla Zisa.
“Palermo non può essere la città dell'accoglienza e poi respingere, addirittura sfrattare, l'Istituto Gramsci, una delle strutture culturali più prestigiose della città”, commentano il segretario generale Cgil del capoluogo siciliano Mario Ridulfo e il responsabile del Dipartimento Memoria e legalità Dino Paternostro: “Va trovata una soluzione per evitare questa vergogna dello sfratto che additerebbe Palermo come la città del respingimento della cultura. Ragionevolmente riteniamo che una compensazione, transattiva anche per gli anni passati, tra il servizio culturale aperto alla città e a tutti i cittadini, che l'istituto Gramsci rende gratuitamente, e l'ammontare dell'affitto al Comune, potrebbe benissimo essere la soluzione da portare avanti”. La Cgil, inoltre, si dichiara disponibile “a partecipare a una raccolta fondi che concorra alla conclusione positiva della vicenda”.
L'amministrazione comunale, ha spiegato nei giorni scorsi l'assessore al Patrimonio Toni Sala, ha avanzato “una proposta all'Istituto che però non è stata accettata, proposta che prevedeva una dilazione del debito in un tempo molto lungo, tenendo peraltro nella giusta considerazione le attività culturali svolte per la città. Il debito creatosi nel tempo, norme alla mano, non può essere cancellato con un colpo di spugna perché si tratta di soldi pubblici. Nessuno vuole fare a meno delle attività dell'Istituto, ma al tempo stesso nessuno può infrangere la legge o ignorarla”.