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Due giorni per confrontarsi e raccontare, fare il punto del percorso, ribadire che le associazioni sono pronte a schierarsi nelle battaglie che contano, prima fra tutte i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, e non si tirano indietro.
160 organizzazioni in campo
Il 7 e 8 febbraio il coordinamento delle oltre 160 organizzazioni che compongono La Via Maestra, nato per difendere la Costituzione, si incontra a Roma, nella sede nazionale della Cgil, per un’assemblea nazionale a più di un anno dalla prima manifestazione che il 7 ottobre 2023 ha visto scendere in piazza centinaia di migliaia di persone contro l’introduzione dell’autonomia differenziata e del premierato.
Un momento per fare rete e valorizzare le iniziative che sono state costruite in questi mesi e scoprire che l’esperienza si è strutturata a tutti i livelli e in tanti territori, anche con la creazione di comitati locali.
Iniziative sui territori
Come è accaduto con il Social forum dell’abitare, una campagna nazionale che raggruppa un centinaio di organizzazioni tra cui la Cgil, che ha affrontato il problema della casa in diverse città e tenuto due assemblee. E con l’esperienza dell’Alleanza clima lavoro, e i focus sulla giusta transizione, la mobilità sostenibile, l’equità e la giustizia fiscale, che vede in azione la confederazione insieme alle sue categorie Fiom, Flai, Filt, le associazioni ambientaliste, Sbilanciamoci e la creazione di un laboratorio aperto in Pimonte.
E ancora, la campagna collettiva Ferma il riarmo! per la riduzione delle spese militari e lo spostamento delle risorse così risparmiate su investimenti più utili a favore di salute, istruzione, ambiente, solidarietà e pace, promossa da Fondazione PerugiAssisi, Greenpeace, Rete italiana pace e disarmo e Sbilanciamoci. E poi i comitati per la sanità pubblica che si stanno costituendo in questi mesi nei territori, le battaglie della campagna Ci vuole un reddito, le case dei rider promosse nelle città più grandi, l’ultima in ordine di tempo è l’esperienza di Firenze.
La campagna referendaria
“Un percorso che è iniziato anni fa e che va avanti è motivo di soddisfazione – spiega Walter Massa, presidente nazionale Arci -: vuol dire che avevamo visto lungo, che abbiamo creato le condizioni per la costruzione di un consesso che pur essendo così ampio e diverso, trova punti in comune per proseguire insieme. E non è un fatto scontato e segna il bisogno di trovare luoghi per un pensiero e un’alternativa. Davanti abbiamo una campagna referendaria che deve continuare e vedere il coinvolgimento pieno della Via Maestra, perché la sentenza della Corte costituzionale che ha di fatto stoppato la legge Calderoli ha detto una cosa che è un vero e proprio programma politico: le riforme costituzionali, e le leggi aggiungerei, non devono essere fatte se non per il bene dei cittadini. Confido molto che nell’assemblea nazionale emerga il massimo impegno per i referendum e si continui a essere punto di riferimento per una piattaforma alternativa”.
Democrazia diretta
Nella seconda giornata dell’assemblea della Via Maestra, che vedrà prendere la parola i presidenti delle associazioni e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, saranno protagoniste la riflessione politica, la partecipazione e la democrazia, elementi al centro della campagna referendaria, insieme alle iniziative da avviare nei prossimi mesi.
“C’è un legame fortissimo tra i cinque referendum sul lavoro e sulla cittadinanza e la difesa della Costituzione – afferma Betty Leone, vicepresidente nazionale dell’Anpi -, ed è per questo che ci impegneremo nella campagna. La dignità del lavoro e la sicurezza sul lavoro, e anche i diritti di cittadinanza, sono tra i principi fondamentali della nostra Carta. I referendum sono strumenti di democrazia partecipata che non possiamo delegittimare, soprattutto di questi tempi. In una situazione come quella attuale, in cui c’è una svolta autoritaria, la voce diretta del popolo diventa importantissima per contrastare derive anticostituzionali”.
Diritti del lavoro
“Quello che manca in questo momento – prosegue Leone – è il lavoro che dia alle persone la possibilità di vivere con dignità, come dice appunto la Costituzione, fondamento della libertà come lo è la salute e quindi il diritto a lavorare in sicurezza, una questione che non riguarda solo il sindacato ma tutti. Così come la cittadinanza: chi vive qui, chi fa lavori di cura, spesso persone che vengono da altre nazioni, deve essere riconosciuto come parte di questo Paese, deve avere gli stessi diritti degli italiani”.