I consumatori bocciano la manovra del governo. Tutte le misure annunciate (tranne una) ottengono un’insufficienza piena. Perché hanno il respiro corto, non danno nessuno slancio alla ripresa economica, sono pensate solo per fare quadrare i conti. Inoltre, nel provvedimento non si vede un indirizzo di politica economica per il Paese, ma si finanziano disposizioni contingenti in gran parte a debito, cioè scaricando sul futuro il costo.

“A questo si aggiunga che le previsioni di crescita sono troppo ottimistiche – afferma Michele Carrus, presidente di Federconsumatori -, soprattutto in ragione della grave situazione internazionale: aumento del Pil dell’1,2 per cento, mentre tutti gli osservatori indipendenti ne fanno una stima massima allo 0,8. Tradotto: trovare il prossimo anno 5 miliardi di euro che mancheranno all’appello”.

Scelte contro i poveri

Non si tratta solo di numeri, ma della vita reale delle persone su cui peseranno l’aumento dei prezzi dei generi di largo consumo, la crescita del costo del denaro, la mancanza di investimenti pubblici e la riduzione dei servizi sociali.

“Ci troviamo in un contesto che non richiede di ‘galleggiare’ ma esige scelte precise e coraggiose, soprattutto a favore dei soggetti più deboli, che in manovra non ci sono. Anzi – prosegue Carrus -, le scelte fatte finora sono contro i poveri. Dopo la sostanziale abolizione del reddito di cittadinanza, c’è stato il taglio alle misure di accesso ai bonus sociali che aiutavano a pagare le bollette. Poi l’odiosa carta acquisti, un obolo di 382,50 euro a famiglia di minimo tre persone per tre mesi, cioè 1,3 euro a testa al giorno, e solo per una piccola parte dei nuclei che ne avrebbero diritto”.

Taglio del cuneo

Sul taglio del cuneo fiscale Federconsumatori apprezza la proroga, anche se sarebbe necessario che la misura assuma carattere strutturale. Sulla riforma fiscale occorre ristabilire equità, definendo una progressività della tassazione più aderente alla realtà e favorevole ai redditi fissi medi e bassi. Serve, inoltre, un maggior sostegno alle pensioni.

Contrasto all’evasione

In un Paese dove l’evasione fiscale ammonta a circa 87 miliardi l’anno, il governo premia il lavoro autonomo con una flat tax al 15 per cento iniqua e con una singolare forma di concordato fiscale preventivo. E prende di mira i versamenti fiscali presuntivamente omessi da colf e badanti. Sono forse loro, chiede Federconsumatori, le categorie maggiormente responsabili del dissesto della finanza pubblica?

Extraprofitti

Mentre i cittadini si stanno impoverendo, ci sono aziende dei settori energetico, bancario, farmaceutico, commerciale, online, che hanno accumulato profitti spropositati, e continuano a farlo. Per l’associazione bisogna chiamarle a contribuire di più al benessere della collettività e alle misure aggiuntive di sostegno sociale: tassare maggiormente gli extraprofitti e assoggettare a contribuzione le transazioni speculative finanziarie e commerciali.

Assicurazioni

Positiva l’istituzione del fondo nel settore assicurativo per il ramo vita. L’associazione si augura di essere convocata per definire i dettagli.

Bonus 110%

Se la mancata proroga e la progressiva limitazione della misura erano già previste da tempo, resta prioritario risolvere le criticità e sbloccare i crediti incagliati, che rischiano di mandare in rovina molte imprese e famiglie. Su questo la manovra tace.

Sanità

I 3 miliardi annunciati riportano il finanziamento al servizio sanitario nazionale a 136 miliardi, anche se continua a diminuire il rapporto tra Pil nazionale e gli investimenti nella sanità. Inoltre, 2,3 miliardi sono destinati al rinnovo dei contratti del personale sanitario, il resto dovrebbe servire a ridurre le liste d’attesa. Queste risorse sono insufficienti e c’è il rischio che finiscano unicamente nelle casse degli istituti convenzionati, anziché per potenziare le strutture pubbliche. Controversa, poi, la misura che impone ad alcuni cittadini extracomunitari di pagare fino a 2.000 euro per avere accesso al servizio sanitario nazionale.

Residenze universitarie

Gli studenti, con l’Udu in testa, protestano nelle piazze di tutta Italia per denunciare il disagio abitativo, il governo annuncia un timido passo per aumentare i posti letto. Purché sia solo l’inizio: c’è ancora molto da fare per avere standard soddisfacenti di garanzia del diritto allo studio.