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Precari nuovi su precari storici: sembra questo il destino di Anpal Servizi. Più della metà del personale della società ha contratti di collaborazione o a tempo determinato: a questi, il governo ora aggiungerà 6 mila “navigator”, con il compito di fornire offerte di lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza. Ma anche i navigator saranno assunti con contratti di collaborazione, e questa appare a tanti una contraddizione. Una situazione paradossale, denunciata con forza dai sindacati, che chiedono al governo una decisa inversione di rotta.
Anpal Servizi opera dal 1997 per la promozione e la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell’occupazione e dell’inclusione sociale, collaborando con soggetti pubblici e privati (come Regioni, Centri per l’impiego, università). Ha un organico di circa 1.100 lavoratori, di cui 650 precari con contratti a tempo determinato e di collaborazione che, presenti in maniera capillare su tutto il territorio nazionale, realizzano concretamente le azioni di politica attiva del lavoro.
“Il decreto legge sul reddito di cittadinanza – spiegano Fisac Cgil, First Cisl e Uilca Uil – prevede l’introduzione di 6 mila nuove figure professionali necessarie al suo avvio, i cosiddetti navigator, che verrebbero assunti con contratti di collaborazione e che si aggiungeranno ai precari storici che da anni chiedono la stabilizzazione”. Ad Anpal Servizi, inoltre, il decreto affida “il compito, importante e gravoso, di selezionare, formare ed equipaggiare queste nuove figure”. Le attività per il reddito di cittadinanza dovranno quindi integrarsi alla mission istituzionale di Anpal Servizi, cosa fattibile “se la sua struttura e la sua organizzazione saranno rafforzate e ri-orientate anche attraverso la stabilizzazione dei precari storici”.
Tutto questo si colloca in un quadro già complesso. I lavoratori con contratto a tempo indeterminato “vedono il mancato rinnovo del contratto aziendale (i tavoli negoziali per il rinnovo 2009-2011 risultano ancora oggi incompiuti) e la mancata valorizzazione delle competenze del personale dipendente coinvolto nel piano di sviluppo, le cui progressioni di carriera sono bloccate dal lontano 2011”.
Ancora peggio va per il personale precario. “Dal 2008 Anpal Servizi – rivelano i sindacati – ricorre a selezioni e contrattualizzazioni a tempo determinato o di collaborazione di personale altamente qualificato, con anni di anzianità di servizio, che aspetta la stabilizzazione, anche a seguito degli accordi firmati nel 2015 e nel 2017”. Questi accordi hanno consentito “l’avvio, nel 2017, della stabilizzazione di una piccola parte del personale precario, percorso poi interrotto dalla precedente gestione”. Va aggiunto, infine, che “nel 2020, con la scadenza del vigente piano operativo, cesserebbero gli attuali contratti in essere e si prevede un ennesimo processo di selezione”.
Fisac, First e Uilca evidenziano la necessità di un confronto ”al fine di definire criteri e modalità per garantire la stabilizzazione di tutte le risorse precarie oggi in forza all’azienda, con contratto sia a tempo determinato sia di collaborazione, come tra l’altro concordato nell’accordo interconfederale del 13 luglio 2017”. In questo modo, concludono i sindacati, si potrebbe finalmente intraprendere “un percorso strutturato volto a rispondere al meglio alle esigenze dei lavoratori dell’azienda e, in maniera contingente, alla necessità del governo di organizzare prontamente i servizi volti a garantire l’avvio del reddito di cittadinanza su tutto il territorio italiano”.