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Andrea Cavalleri ha 22 anni, vive a Savona e ha acquisito un discreto seguito. Anzi, considerando la gravità di ciò che scrive, ha un consenso impressionante. Sicuramente quello dei 448 neonazisti certificati, che superando un test apposito, si sono conquistati il patentino di giovani ariani. Dicono di essere pronti a fare una strage, forse più di una, e ritengono opportuno dichiarare il loro intento in modo esplicito.
La definiscono "Chiamata alle armi con molto sangue sparso" e poi precisano i vari contesti: “Voglio fare la strage a una manifestazione femminista, sono tutti nostri nemici in uno: donne, ebree, comuniste” perché “Le donne moderne sono troie senza sentimenti, bambole gonfiabili di carne da sterminare”. D'altronde “È meglio morire con onore in uno school shooting piuttosto che vivere una vita di merda soli”; per questo “Il colpo deve essere decisivo come fece esattamente Breivik", autore della strage di Utoya, in Norvegia, 77 vittime. "Voglio guardarli in faccia e sentirli urlare, una goduria. Una strage, uccidendo più ragazze possibile". E comunque “Io una strage la faccio davvero, l'unica cosa da fare è morire combattendo” “Saremo i primi Incel (Involuntary celibates) italiani a fare un'azione”.
Questi giovani sono soli e lo ammettono, prevalentemente perché non riescono a trovare una partner, o un partner: si definiscono, infatti, celibi involontari e per questo odiano la donne che osano scegliere e respingerli accrescendo così la loro frustrazione. E se la loro condizione è questa, sentono che qualcuno deve pagare, perché qualcuno ha certamente colpa della loro emarginazione. D'altronde se si sono spinti fino a questo punto devono essere fantasmi anche nel contesto familiare o devono vivere l'odio e la violenza come un elemento di quotidianità. Poi c'è la questione dell' onore. Quel valore caro e perseguito con fervore nei contesti più violenti e privi di umanità della nostra storia. L'onore è un valore imprescindibile per il boss di Corleone ma anche per il gerarca nazista o fascista.
Quando accadono queste cose non è sufficiente lo sdegno, che ovviamente sale spontaneo, ma è necessaria un'analisi sul perché così tanti ragazzi giovani, e talvolta istruiti, si lascino affascinare da una filosofia che fa della violenza, dell'odio e dell'intolleranza i suoi capi saldi. La sociologia, la psichiatria e la criminologia conterrebbero sufficienti elementi di analisi che ci permetterebbero di capire. Se solo volessimo farlo. E se volessimo davvero svolgere un'azione preventiva a partire dalla scuola. Sappiamo, ad esempio, che le atroci violenze naziste e fasciste non furono opera di pochi individui affetti da malattie mentali, quindi patologici, ma di interi gruppi sociali e di alcune comunità spinti da sentimenti di intolleranza o crudele di indifferenza.
Il "vantaggio" dell'autoritarismo è che permette di deresponsabilizzare le proprie azioni e la propria condizione di disagio, ubbidendo a un volere superiore, a un ordine e a un piano prestabiliti. Permette di sentirsi parte di un progetto che vuole sovvertire certe ingiustizie di cui qualcuno, diverso da me, deve necessariamente avere colpa. Durante il processo di Norimberga, il gerarca Hans Frank affermò: “Io non ho una coscienza; Adolf Hitler è la mia coscienza". Vi è quindi un’inclinazione a consegnarsi a un uomo forte e carismatico che faccia promesse e dia spiegazioni attraenti e drastiche. E questo accadrà soprattutto in periodi di grandi timori e incertezze. Quando diventa necessario individuare qualcuno a cui dare la colpa. Un altro diverso da noi perché donna, straniero, nero, omosessuale, ebreo. C'è poi sempre il tema del complotto e del sospetto verso le minoranze e quello del doversi difendere anche a costo di spargere sangue.
Questo accade nel vuoto pneumatico di quella politica che asseconda gli istinti di pancia, che ha smarrito il suo ruolo culturale, il senso di comunità e la sua capacità di costruire opportunità. Serve che anche la politica torni a pensare e a svolgere un ruolo educativo; serve una legge che punisca in modo severo l'apologia al fascismo e dichiari illegali alcuni pseudo partiti che si rifanno a quei simboli e disvalori. Come serve contrastare con decisione le periodiche richieste da parte della destra di andare verso la liberalizzare nella vendita delle armi. In America lo hanno permesso e le stragi nelle scuole sono un fatto tanto periodico quanto drammatico.
Quando questi fatti diventano notizia è già tardi e se non proviamo ad intervenire attraverso un'azione di prevenzione, di contrasto all'odio, di coinvolgimento e attenzione, di responsabilizzazione, per cercare di incanalare la rabbia di questi ragazzi, avremo perso. La gestione dell'emergenza sanitaria, il contrasto tra forze politiche e le indecisioni che hanno accompagnato le scelte sulla scuola dimostrano che forse non siamo pronti a prendercene carico. Ma che dovremmo necessariamente farlo perché celebrare la giornata della memoria come semplice importantissima dovuta ricorrenza non è sufficiente e lo sarà sempre meno, quanto più ci allontaneremo da quegli eventi.