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Sembra un altro Paese. Un Paese in cui tutto funziona, c’è lavoro per tutti e si fanno le riforme più utili. L’Italia dipinta da Giorgia Meloni nella conferenza stampa di fine anno assomiglia a un’Italia dei sogni, più che all’Italia dei fatti. Molto spazio alle riforme costituzionali, al premierato, ai rapporti con Trump, alla vicenda di Cecilia Sala e al “caso” Elon Musk, imprenditore e magnate difeso su tutta la linea dalla premier italiana. E poi un’assicurazione stentorea: “Ho promesso che avrei consegnato un'Italia migliore di quella che ho trovato”, e si va avanti con “tutte le riforme necessarie per farlo".
La premier, indossando una giacca chiara e una camicia bianca, ha preso la parola nell’aula dei gruppi parlamentari alla Camera, dove ha risposto a 40 domande poste dai giornalisti presenti, tra i 160 accreditati.
Obiettivo lavoro: un milione di posti
I dati sull'occupazione sono "molto incoraggianti anche per la qualità di questo lavoro che è prevalentemente stabile. Sono 280mila le nuove assunzioni in 2 anni ma, se considerassimo anche quelle a tempo determinato, arriviamo ad un milione. Penso che Silvio Berlusconi potrebbe essere fiero di noi. Arriveremo al milione di posti di lavoro”, ha dichiarato la presidente del Consiglio, ribadendo i progressi raggiunti dal governo sul fronte dell’occupazione. Tuttavia, ha aggiunto: “Non si fa mai abbastanza. Il tema del lavoro giovanile è sicuramente una priorità”.
Formazione e orientamento: chiave per il futuro dei giovani
Meloni ha sottolineato che la soluzione al problema del lavoro giovanile non risiede solo nei contratti, ma deve partire dalla formazione e dall’orientamento: “Abbiamo un paradosso: giovani che non trovano lavoro e settori produttivi che non trovano professionalità. Dobbiamo rimettere insieme le cose, con una formazione seria e un orientamento che indirizzi i giovani verso settori dove c’è richiesta di occupazione ben retribuita”.
Incentivi legati all’occupazione: la strategia del governo
Meloni ha poi spiegato l’approccio adottato dal governo per affrontare le crisi industriali e aziendali: “Nella legge di bilancio abbiamo introdotto un sistema di incentivi premiali, condizionati al mantenimento dei livelli occupazionali e al non ricorso alla cassa integrazione. Questo per difendere i lavoratori e garantire la sostenibilità del sistema occupazionale”.
Accordo con Stellantis: un esempio virtuoso
La premier ha citato l’accordo con Stellantis come esempio del modello adottato: “Sono soddisfatta dell’intesa raggiunta. L’obiettivo è sempre quello di tutelare i lavoratori e favorire un approccio che rafforzi l’occupazione”. Meloni ha concluso sottolineando l’importanza di un impegno globale e trasversale per affrontare le sfide del mercato del lavoro e del futuro delle giovani generazioni.
Liberazione di Cecilia Sala: “Una giornata speciale per l'Italia”
Riferendosi alla liberazione della giornalista Cecilia Sala, la presidente del Consiglio ha definito ieri "una bella giornata" per l'Italia intera e per il sistema Paese, condividendo un momento di emozione personale. "Tra le molte cose che accadono ricoprendo un incarico complesso come il mio, posso dirvi che non ho provato un'emozione più grande in questi due anni di quella che ho provato ieri, quando ho potuto chiamare una madre per dirle che suo figlio o sua figlia stava rientrando a casa," ha confessato la premier. Meloni ha voluto ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo risultato, sottolineando la complessità della situazione: "Non è un lavoro che ho fatto da sola, ma il frutto di uno sforzo collettivo".
Priorità delle riforme: premierato, giustizia e fisco
"Io ho promesso che avrei consegnato un'Italia migliore di quella che ho trovato e penso che queste siano tutte riforme necessarie per farlo", ha dichiarato Meloni. Tra le priorità del governo figurano, oltre alla riforma del premierato, anche quella della giustizia e del fisco. La premier ha annunciato che il governo punta a chiudere entro il 2025 tutti i testi unici fiscali, lavorando anche al codice tributario, un obiettivo storico che risale a Ezio Vanoni, oltre 70 anni fa. "Se riusciamo, io vorrei fare in questa legislatura anche i referendum, ma l'importante è portare a casa le riforme e consentire agli italiani di esprimersi su queste materie", ha aggiunto.
"Vorrei arrivare alle prossime elezioni con il premierato"
L'eventuale riforma della legge elettorale "dipende" dall'approvazione o meno in questa legislatura della riforma del premierato. "Vorrei arrivare alle prossime elezioni con la riforma del premierato approvata e in questo caso la legge elettorale deve essere tarata sul premierato", ha dichiarato la premier. Meloni ha inoltre precisato che la legge elettorale "è materia soprattutto di competenza parlamentare" e ha aggiunto: "Se il premierato non dovesse arrivare in tempo, cosa che non auspico, allora ci si interrogherà se l'attuale legge elettorale sia la migliore oppure no".
Autonomia differenziata e i livelli essenziali delle prestazioni
Meloni ha anche affrontato il tema dell'autonomia differenziata, spiegando che "l'interpretazione che il governo dà della sentenza della Corte costituzionale è che questa sia in gran parte autoapplicativa, salvo per quanto riguarda le modifiche richieste sui livelli essenziali delle prestazioni (Lep)". Su questi, ha aggiunto, "stiamo già lavorando su una legge". La premier ha poi osservato: "Bisogna vedere cosa accadrà con la Corte costituzionale in materia di referendum".
Libertà di stampa e intelligenza artificiale
Rispondendo alle domande sulla libertà di stampa, Meloni ha chiarito che "non c'è alcuna limitazione al diritto di informazione o di essere informati". La premier ha sottolineato che "si chiede di evitare il copia-incolla delle ordinanze per proteggere dati sensibili" e ha specificato che il governo "non ha inasprito le pene per chi dovesse violare queste prescrizioni". Parlando dei rischi dell'intelligenza artificiale, Meloni ha avvertito che "l'intelletto rischia di essere sostituito" e che ciò potrebbe avere un impatto significativo su molte professioni, inclusa quella giornalistica.
Il caso Starlink e la sicurezza nazionale
"Nessuna lettera scarlatta" nei confronti di Elon Musk, "è un tema di sicurezza nazionale e come tale va trattato". Così la premier Giorgia Meloni, parlando del dossier Starlink, il progetto per le connessioni satellitari di SpaceX, la società di Elon Musk. "Non ho mai parlato personalmente con Elon Musk di queste vicende, non sono abituata a usare il mio ruolo per fare favori agli amici, ma neanche accetto che il problema siano le idee di Musk", ha spiegato. "Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità per un governo. Abbiamo decine di aziende che si propongono, dopodiché - osserva la premier - si fa un'istruttoria e si decide. Non capisco le accuse che sono state rivolte: neanche io ho le idee chiare, perché - continua Meloni - da una parte si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato in questo campo e senza alternative pubbliche. E dovremo parlare del fatto che l'Italia e l'Europa non siano arrivate in tempo su questi temi, per cui l'alternativa è non avere una protezione. Si tratta di scegliere una soluzione tra due scenari" e "nessuno dei quali è ottimale".
Meloni: ingerenze Musk? Non c'è alcun rischio per la democrazia
Il tema delle ingerenze di Musk? "Musk è una persona nota e facoltosa che esprime le sue posizioni. Quando si parla di pericolo di ingerenze, devo segnalare che non è il primo tra persone note o facoltose che esprimono opinioni, anche contro di me. Non mi ricordo che qualcuno si sia scandalizzato".
"Non vedo nessun pericolo per la democrazia - osserva la premier -. Il problema è quando queste persone utilizzano risorse per condizionare scelte ed esponenti politici: questo lo fa George Soros. Il problema è che Musk è influente o ricco o che non è di sinistra? L'ingerenza sulla sovranità di un Paese si ha quando si condizionano le scelte politiche", utilizzando risorse finanziarie, ha spiegato il presidente del Consiglio. "Io non prendo soldi da Elon Musk", ha sottolineato la premier.
Migranti: centri in Albania e Paesi sicuri
Meloni ha annunciato che "i centri in Albania sono pronti per essere attivati" e ha aggiunto che "le sentenze della Cassazione confermano che spetta al governo stabilire quali sono i Paesi sicuri". Sul tema dei migranti, la premier ha quindi ribadito la linea del governo.
Amnistia e edilizia penitenziaria
Commentando le parole di Papa Francesco sull'amnistia, Meloni ha osservato: "Ascolto sempre con attenzione le parole del Papa, ma credo che la soluzione non sia adattare il numero di detenuti alla capienza delle carceri, bensì adeguare le carceri alle necessità". La premier ha ricordato che il governo ha nominato un commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria con l'obiettivo di realizzare 7.000 nuovi posti.
Governo e politica internazionale
Meloni ha escluso categoricamente l'ipotesi di un rimpasto di governo, definendo il ministro Piantedosi "un ottimo ministro". In merito alla politica internazionale, ha dichiarato che non prevede un disimpegno degli Stati Uniti in Ucraina e ha sottolineato l'importanza di sostenere le opzioni proposte da Kiev per garantire una pace giusta. La premier ha aggiunto: "Donald Trump ha parlato di 'pace con la forza'. Se oggi si parla di pace, è perché la Russia si è un po' impantanata in Ucraina, grazie al coraggio del popolo ucraino e al sostegno occidentale. Questo Trump lo sa bene"
Esclusa l'annessione di territori con la forza
"Mi sento di escludere che gli Usa nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori che interessano loro", ha dichiarato. Commentando le recenti dichiarazioni di Donald Trump sul canale di Panama e sulla Groenlandia, Meloni ha osservato: "Penso che queste dichiarazioni siano rivolte ad alcuni grandi player (la Cina, ndr) globali piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi".
Piano Mattei: cinque nuovi Paesi individuati
La premier ha annunciato l'ampliamento del Piano Mattei, che prevede l'individuazione di cinque nuovi Paesi africani in cui portare avanti iniziative e progetti: Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal. "Il 2025 sarà un anno cruciale per portare avanti queste iniziative", ha concluso Meloni.