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"Riteniamo gravissimo che sia stato bocciato il fondo per l'indennità d'infortunio per le famiglie dei 369 medici deceduti sul campo della lotta al Covid". A dirlo è il segretario nazionale Fp Cgil medici Andrea Filippi: "Il problema vero però è a monte. In Italia esistono rapporti di lavoro come quelli dei medici di medicina generale che non hanno alcuna forma di tutela per i loro professionisti. Capisco e apprezzo che il presidente dell'Ordine dei medici Anelli sia insorto contro il Senato. Tuttavia mi aspetto che il presidente faccia qualcosa perché è indecente che questi professionisti non abbiano la garanzia dell'Inail".
Filippi spiega che "esiste un rapporto per i medici di medicina generale che è di tipo convenzionato, non dipendente. Sono a tutti gli effetti liberi professionisti convenzionati con il servizio sanitario nazionale e non hanno le garanzie base come l'infortunio. Hanno una previdenza complementare privata con l'Enpam e quindi non hanno l'Inps. Per questo non hanno le tutele necessarie".
Filippi accusa: "l'Ordine dei medici, Enpam e Fimge, il sindacato maggiormente rappresentativo, che non vogliono il passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale. Anche il ministro Speranza è su questa linea. Oggi invece i medici di medicina generale chiedono a gran voce la dipendenza. Li stanno ascoltando solo le Regioni. Credo che il motivo sia legato a interessi non legati ai servizi. L'Enpam, ad esempio, vive dei contributi previdenziali dei medici e il passaggio alla dipendenza metterebbe in crisi un ente importante come questo. Non so se sia questa una motivazione, ma l'aspetto economico fa la sua parte".
Le Regioni, conclude Filippi, "hanno votato all'unanimità un emendamento alla proposta di legge che dovrebbe discutersi in merito alla riforma dell'assistenza territoriale nella quale chiedono la possibilità di assumere medici dipendenti nelle case di comunità. Questo emendamento pare non verrà accettato dal ministero della Salute. Questo è indecente, non capisco cosa ci sia dietro". Filippi ha infine confermato che "come Fp Cgil e altri sindacati abbiamo dichiarato lo stato di agitazione. Stiamo valutando uno sciopero nei primi giorni di marzo".