Personale e competenze non mancano: si tratta ora di ridefinire gli ambiti di azione dei forestali, secondo una nuova politica ambientale e del territorio che punti alla vivibilità e allo sviluppo economico della Sicilia. Questa, la logica della proposta di riordino del settore forestale, presentata da Flai, Fai e Uila siciliane al governo regionale, su cui i sindacati di categoria cercheranno adesso il consenso degli amministratori locali attraverso iniziative nei territori, con l’obiettivo di fare pressione per il varo della nuova legge regionale di settore entro aprile.
“La nostra – ha detto Alfio Mannino, segretario generale della Flai Sicilia, intervenendo agli unitari, svoltisi in mattinata a Palermo con la partecipazione di oltre 800 tra lavoratori e rappresentanti sindacali –, non è una battaglia corporativa: la sfida che lanciamo riguarda la possibilità di avere un nuovo assetto del territorio, di produrre ricchezza attraverso i boschi e, ovviamente lavoro qualificato e stabile”.
"Non solo manutenzioni e antincendio per i forestali – ha specificato Pierluigi Manca, leader Fai Cisl regionale –, quello che chiediamo è l’allargamento delle competenze alla messa in sicurezza del territorio e al dissesto idrogeologico. Inoltre, pensando al bosco come risorsa, in linea con il testo unico nazionale, si può incrementare la produttività della forestazione, giungendo perfino alla sua auto sostenibilità economica”.
Lo sviluppo del settore, da raggiungere, secondo i sindacati, anche con il coordinamento degli enti di servizio all’agricoltura (Esa e consorzi di bonifica), sotto la regia dell’assessorato competente “deve ovviamente anche produrre la stabilizzazione dei lavoratori”, impegnati per via della riforma auspicata da Flai, Fai e Uila in attività a largo raggio. In proposito, le tre sigle propongono, tra le altre cose, di ridurre nell’arco di un triennio a due i contingenti: lavoratori a tempo indeterminato e lavoratori con garanzia occupazionale di 151 giornate annue. Di favorire, inoltre, l’ingresso dei giovani nel comparto, “energie fresche per il rilancio del territorio e del bosco, che può significare incremento del turismo, sviluppo di energie alternative come le bio masse, insomma utilizzo produttivo”.
“Finora – ha sostenuto il numero uno della Uila Uil, Nino Marino – la classe politica ha affrontato la questione della forestazione in maniera miope, senza dare aria e gambe alle sue enormi potenzialità ai fini dello sviluppo dell’isola, della vivibilità, del lavoro. Tutela del territorio significa occuparsi delle aree a rischio, dei siti stradali, di tutti i terreni abbandonati, che sono poi quelli dove scoppiano gli incendi. Significa salvaguardare le zone montane e prevenire e contrastare i problemi determinati da alluvioni o eruzioni vulcaniche, azioni per cui la Protezione civile non ha sufficiente personale da adibire”.
Sul loro progetto di 'gestione sostenibile del settore forestale, finalizzata alla tutela del territorio e allo sviluppo', i sindacati di categoria chiedono al governo il confronto, affinchè l’Aula di palazzo dei Normanni possa incardinare quanto prima il disegno di legge di riforma, “altrimenti i forestali torneranno a fare sentire la loro voce”. Frattanto, buone notizie per la categoria in tema del già approvato contratto integrativo. Verranno a breve erogati gli arretrati da settembre: “Le risorse ci sono, ci siamo impegnati affinché fossero garantiti i necessari appostamenti di bilancio – hanno detto i tre segretari all'affollata platea di forestali – e la cassa della ragioneria generale sta per riaprire i battenti”.