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Le misure del Def nazionale, a partire dalla flat tax e dalla riforma dell’Iva, penalizzeranno la Sicilia col rischio di gravi ripercussioni sulle casse regionali e sui bilanci delle famiglie. Il governo regionale faccia pressing sull’esecutivo nazionale per definire al più presto la trattativa con la Regione allargandola a queste problematiche e alle conseguenze negative dell’autonomia differenziata, onde evitare la spaccatura del Paese.
La situazione è già difficile dal momento che diversi capitoli di spesa del bilancio 2019, per un ammontare di 191 milioni, sono sospesi in attesa che Roma autorizzi la Regione a spalmare in 30 anni il disavanzo di 600 milioni non contabilizzato in sede di riaccertamento dei residui attivi. Senza accordo, anche gli esercizi 2020-2021 dovranno peraltro accantonare 200 milioni per ogni anno. Quanto alle misure nazionali, la Sicilia beneficerà meno della flat tax poiché, come si evince dalle dichiarazioni dei redditi dell’anno 2017, il 97,86 per cento degli oltre 2,8 milioni di contribuenti sta nella fascia tra 1.000 e 50 mila euro. Questa fascia contribuisce al gettito complessivo Irpef nella misura dell’86 per cento, contro una percentuale del 76 al livello nazionale. Ciò significa che le famiglie del resto d’Italia avendo redditi pro capite più alti e avranno maggiori benefici dal provvedimento rispetto ai siciliani.
Preoccupante è anche il minor gettito Irpef che sarà riversato in Sicilia nei prossimi anni (pari a 7/10) mentre per le famiglie dell’Isola le regolazioni contabili (cioè la possibilità di detrarre alcune voci di spesa in sede di dichiarazione dei redditi per un totale di un miliardo) potrebbero determinare nient’altro che una partita di giro. Anche l’aumento dell’Iva avrà un impatto negativo sia per le casse regionali che per le famiglie le quali, a causa dei redditi bassi e di una propensione al consumo più alta, subirebbero l’aumento delle aliquote. La Regione, peraltro, avendo un accordo con lo Stato bloccato alla retrocessione dei 3/10 del reddito, di fatto verserebbe alla fiscalità generale più di quanto dovrebbe ricevere. Una situazione più che allarmante e richiede nessuna sottovalutazione, ma un’attenzione e un impegno particolare da parte del governo regionale.
Michele Pagliaro è segretario generale della Cgil siciliana