“Potrebbero esserci rischi per la sua tenuta occupazionale, ma anche per quella di Galbani e ripercussioni nelle sinergie ipotizzabili tra i due grandi gruppi”. Così Flai e Fai Bergamo, che esprimono grande preoccupazione per la notizia, riportata oggi da alcuni quotidiani, dell'intenzione di Lactalis di avviare una riorganizzazione di Parmalat.
 
"Il rischio è anche quello – proseguono i sindacati – di mettere in discussione lo stesso sistema produttivo delle due aziende: il profilo industriale che si prospetta non è compatibile con il mercato italiano, dove i brand locali, legati al territorio, e la filiera corta, hanno un forte valore commerciale”. È il caso dello stabilimento Lactis di Albano S. Alessandro, storico ‘riferimento’ della produzione in provincia di Bergamo, con i suoi oltre 100 addetti.
 
“Come segreterie sindacali, abbiamo chiare le potenzialità industriali e commerciali dei perimetri dei gruppi sul territorio nazionale, e non vorremmo che fossero messe in discussione – commentano Gigi Bramaschi di Fai e Valentino Rottigni di Flai Bergamo –. Per il 1° febbraio è stato convocato il coordinamento nazionale delle Rsu, con cui ci confronteremo su proposte alternative a quelle ventilate da Lactalis, sulla richiesta di un tavolo di confronto con le aziende e, se sarà necessario, anche sulla mobilitazione dei lavoratori interessati, contro una decisione che può mettere in discussione due brand italiani storici come Parmalat e Galbani. Al ritorno dal coordinamento nazionale, organizzeremo un'assemblea con i lavoratori dello stabilimento di Albano, con i quali valuteremo le azioni da mettere in campo”.