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"Ci vediamo nuovamente costretti a denunciare il problema della chiusura delle filiali bancarie del gruppo Bper che oramai sta salutando la Basilicata. La cosa che più preoccupa è che tutto ciò avviene, per la seconda volta, in assenza di un piano industriale annunciato e ancora mai presentato e che naturalmente non lascia presagisce nulla di buono in attesa 'del piano che verrà. Gorgoglione e Miglionico sono solo altri due tasselli che vanno ad allungare la lista dei centri dove Bper ha già dismesso nei mesi passati i propri sportelli, ma altri se ne aggiungeranno. Nel frattempo anche Marconia - dopo la chiusura di Pisticci - perde la propria autonomia per diventare una filiale satellite di Nova Siri". Così Bruno Lorenzo, segretario generale della Fisac Cgil Basilicata.
"Quale sia la logica che governa la chiusura degli sportelli, facciamo difficoltà a comprenderla anche perché non ci sono sovrapposizioni sulle piazze e si tratta di filiali a reddito. Di certo una cosa è chiara: dal 20 maggio chiunque volesse fare un’operazione o un prelevamento bancomat nei due centri del Materano dovrà armarsi di pazienza e percorrere decine di chilometri per raggiungere lo sportello più vicino - naturalmente a proprie 'care' spese, considerando gli aumenti esponenziali del costo del carburante nelle ultime settimane -, senza contare poi che questa politica rende di fatto 'clienti indesiderati' gli anziani e le persone non autosufficienti, che non possono sopportare spostamenti chilometrici. Di fatto, una banca che parla di sostenibilità e di bilancio sociale esclude una fetta di clientela: quella più debole", prosegue il dirigente sindacale.
"A questi, si aggiungono i disagi per i lavoratori che per raggiungere il luogo di lavoro dovranno sobbarcarsi a breve un viaggio con relativi costi vedendo crescere il livello di stress già elevato a causa delle continue pressioni commerciali. Certo, una banca che punta a diventare il terzo gruppo in Italia non può prescindere dalla presenza sul territorio pensando soltanto a ridurre i costi, dovrebbe ben comprendere che gli stakeholders non sono soltanto gli azionisti, ma anche i clienti e i dipendenti: è grazie a questi ultimi che gli istituti si mantengono. Sarebbe auspicabile che il management si preoccupasse anche degli obiettivi di medio e lungo periodo e non in modo miope solo al risparmio nel breve", aggiunge il sindacalista.
"Consci del fatto che gli istituti bancari al di là dei servizi commerciali offerti sono anche un servizio pubblico essenziale e un presidio di legalità, auspichiamo che le istituzioni, la politica locale, le associazioni imprenditoriali oggi, e per il prossimo futuro, facciano sentire anche la loro voce perché venga garantito un servizio a tutti i comuni della regione e vengano scongiurate ulteriori insensate chiusure", conclude il leader della Fisac regionale.