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È la prima volta che le mediche e i medici in formazione specialistica ottengono la possibilità di partecipare, attraverso i propri rappresentanti, ad un vero e proprio “tavolo di contrattazione” con le istituzioni in cui discutere del proprio lavoro come categoria sindacale. Gli specializzandi, pur essendo medici a tutti gli effetti, non sono, infatti, inquadrati come lavoratori, ma come studenti e studentesse. La loro opera è considerata attività formativa, pur essendo a tutti gli effetti pratica medica fondamentale per l’espletamento delle attività assistenziali del Ssn. Il lavoro delle mediche e dei medici specializzandi è, quindi, facilmente assoggettabile alle esigenze delle Regioni, delle aziende e del volere dei singoli direttori di scuola.
Su questi presupposti, dopo parere positivo del Mur su richiesta del ministero della Salute, il comma 459, articolo 1, sezione I della legge di bilancio 2021 aveva previsto, per tutti i medici specializzandi, indipendentemente dalla scuola di specializzazione e dall’anno di corso, la partecipazione alla campagna vaccinale come attività formativa, e quindi in forma obbligatoria e non retribuita.
Tutte le associazioni di rappresentanza dei medici in formazioni hanno da subito criticato tale provvedimento, ribadendo la disponibilità delle e degli specializzandi a partecipare alla campagna vaccinale, ma denunciando l’intento di reperire manodopera a costo zero spacciando il lavoro di medico vaccinatore per attività formativa.
Le associazioni hanno più volte fatto notare come la formazione delle mediche e dei medici specializzandi fosse già stata ampiamente compromessa dagli scorsi mesi di pandemia, durante i quali molte e molti di loro non si sono tirati indietro, sospendendo la propria formazione per far fronte alle esigenze di salute della popolazione. Ridurre ulteriormente il tempo dedicato alla formazione specialistica, oltre a limitare la crescita professionale del singolo medico, vuol dire anche ridurre la qualità delle cure per la popolazione: un medico specializzando meno formato oggi sarà, domani, uno specialista meno preparato a rispondere ai bisogni dei propri pazienti.
Grazie alla grande mobilitazione dei medici specializzandi e al lavoro delle associazioni, il protocollo d’intesa permetterà, invece, agli specializzandi di partecipare alla campagna vaccinale, in forma volontaria, retribuita e tutelando la propria formazione.
Le associazioni si sono dette soddisfatte per quanto ottenuto, segnalando che “l’impegno che le parti sottoscriventi si assumono è anche un riconoscimento della professionalità dei medici in formazione specialistica, che dal primo giorno di questa pandemia hanno aiutato il Paese senza mai far mancare il proprio sostegno. In questo ultimo anno abbiamo chiesto tutele, diritti e soprattutto il rispetto della dignità professionale al pari di tutti gli altri medici. Oggi, grazie al protocollo appena sottoscritto, potremo partecipare attivamente alla campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2 a favore di tutta la popolazione, nel rispetto dei nostri diritti di lavoratori e tutelando la nostra formazione come futuri specialisti”.
Questo risultato, che arriva dopo mesi di interlocuzioni e mobilitazioni coordinate fra tutte le associazioni dei medici specializzandi, rappresenta una conquista storica per una categoria notoriamente sfruttata e scarsamente tutelata. Non solo perché impedirà l’ennesima operazione che avrebbe svilito il percorso formativo dei futuri medici specialisti, considerandoli come un bacino di manodopera cui attingere per risparmiare sul personale regolarmente retribuito, ma anche perché, per le modalità con cui è stato raggiunto, rappresenta un grande passo verso il riconoscimento dei diritti dei medici in formazione come lavoratrici e lavoratori della salute.
Salvatore Mazzeo è rappresentante dell'associazione Chi si cura di te?