"Per anni, si sono potati i rami. Ora rischia di essere tagliato anche il tronco”: Con questa immagine - poco ortodossa, ma efficace - Marco Sala, segretario generale Filt Cgil Bergamo, interviene commentando le notizie del probabile, ennesimo calo e del congelamento dei fondi per il trasporto pubblico anche nella provincia orobica.
Come riportato dalla stampa locale, si tratterebbe di un mancato finanziamento, che potrebbe comportare 4 milioni in meno rispetto allo scorso anno: numeri che preoccupano il sindacato, anche rispetto al destino del migliaio di lavoratori, autisti e impiegati, soprattutto delle tre maggiori aziende della provincia, Sab, Atb e Locatelli.
“Veniamo da una condizione di tagli perenni, anno dopo anno, ma la situazione che si va ora profilando è di un buco di finanziamenti più cospicuo rispetto al passato – prosegue il dirigente sindacale –. Vediamo un serio rischio di tenuta del sistema: se l’agenzia per il trasporto pubblico di Bergamo prevede, senza l’arrivo di risorse aggiuntive, 500.000 chilometri di corse in meno, noi contiamo in realtà un calo di 2 milioni di chilometri: a saltare potrebbero essere parecchie corse, speriamo non posti di lavoro”.
“Se davvero a rischio c’è parte dei fondi regionali (mancherebbe all’appello l’una tantum di oltre 700.000 euro, che invece lo scorso anno Bergamo aveva ricevuto) e se a questi aggiungiamo le risorse che se ne andranno per gli adeguamenti Istat, più il congelamento a Roma dei 2,5 milioni del fondo nazionale per i trasporti (sembra per verifiche sull’equilibrio del bilancio statale), davvero a rischio per gli utenti c’è il servizio di base e per i lavoratori si profilano nuove sofferenze, dopo quelle già subìte nelle ultime stagioni", continua il sindacalista.
"Abbiamo, infatti, dovuto affrontare negoziazioni in totale difesa di trattamenti vecchi di anni, a volte anche rinunciando a elementi economici. Siamo stanchi di grandi proclami soprattutto in arrivo dalla Regione e dal governo, se poi seguono solo tagli. In uno scenario di mancanza di risorse, non si costruisce nulla, né dal punto del miglioramento delle condizioni di lavoro (e dunque del servizio), ma nemmeno in termini di negoziazioni per il salario”, conclude l'esponente Filt.