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“La ‘tassa sulla plastica’ non ha alcun razionale logico. Le aziende produttrici di imballaggi già pagano ai consorzi per il recupero e riciclo dai 150 ai 500 euro a tonnellata in funzione proprio delle differenti difficoltà di raccolta e riciclo dei prodotti. Produrre una tonnellata di plastica per imballaggi costa circa 1.000 euro e la ventilata ipotesi di una tassa aggiuntiva del 20 per cento metterebbe a rischio il futuro di 50 mila lavoratori e di 2 mila imprese”. A dirlo è Marco Falcinelli, segretario generale della Filctem Cgil, apprendendo dalle anticipazioni dei giornali la volontà del governo di inserire, in manovra finanziaria, una nuova tassazione che inevitabilmente avrebbe ricadute sull'occupazione.
“Non si tratta di difendere gli interessi di un settore, ma di evitare un disastro dal punto di vista sociale e produttivo. Il governo deve dotarsi di una seria politica industriale, basta seguire istinti ed emotività”, prosegue Falcinelli: “Vogliamo un pianeta migliore dal punto di vista ambientale, e la nostra categoria è in prima linea nel rivendicare dalle imprese investimenti per rendere le produzioni più sostenibili, ma siamo in un momento di forte transizione che va governata usando la testa e non la pancia”. Il segretario generale della Filctem Cgil così conclude: “Non si può pensare di fare cassa sulla pelle dei lavoratori. È ora che questo Paese, la seconda manifattura in Europa, investa nel suo tessuto industriale e nella ricerca stimolandone lo sviluppo e l’ammodernamento. Contrarre forzatamente questo settore significa metterlo in difficoltà, desertificando importanti aree produttive e generando disoccupazione”.