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Prima il tetto agli stranieri, e ora – passando per le classi “differenziali” – l’annuncio di un provvedimento che impedirà la chiusura di una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato. La battaglia di Valditara contro la scuola dell’inclusione, che poi sarebbe la scuola della Costituzione, né più né meno, va avanti. E non si sa se sono boutade propagandistiche, se ci sono testi veri e propri che nessuno però ha letto.
Ma dopo la vicenda si Pioltello sono comunque dichiarazioni dannose che gettano veleni in una situazione così complessa come quella in cui versa la scuola italiana, impoverita e sottofinanziata da decenni di politiche deficitarie.
Per Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil, l’annuncio rappresenta “l'ennesima misura ad uso e consumo della campagna elettorale".
Se lo spunto è il caso Pioltello, “ricordiamo ancora al ministro che la chiusura è stata decisa (e riconfermata dagli organi collegiali) per motivi organizzativi e didattici - l'assenza di un gran numero di studenti - e non per introdurre una nuova festività".
Sta di fatto che secondo le norme in vigore, osserva Fracassi,
"ogni istituzione scolastica autonoma può decidere durante l'anno scolastico tre giorni di chiusura aggiuntivi e che queste scelte sono deliberate dagli organi collegiali che rappresentano l'intera comunità educante".
"Prima il tetto agli alunni stranieri poi questo ulteriore intervento sono quanto di meno necessario alle nostre scuole e quanto di più distante dalla loro realtà. Le scuole italiane sono luoghi di inclusione e senza discriminazioni come recita la Costituzione italiana: sarebbe bene che tutti lo ricordassero, conclude Fracassi.