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"Il caos vaccinale che sta colpendo molte Regioni del nostro Paese, non sta risparmiando neppure il Veneto, che presenta molti problemi sia qualitativi che quantitativi nella distribuzione delle dosi. Questa situazione può essere rimediata solo da una ricentralizzazione del piano vaccini a livello nazionale, quanto meno per ciò che riguarda le regole e le priorità (da riconoscere ai soggetti più fragili e agli anziani). Regole che devono diventare inderogabili e che non possono cambiare a seconda dei territori.". Così Christian Ferrari, segretario generale Cgil Veneto.
"Ma il problema non sono solo le differenze tra regione e regione, ma anche all'interno della stessa regione. In Veneto,, per esempio, ogni Ulss si muove in autonomia, e cambiando continuamente approccio. Si passa dall'annuncio della convocazione diretta delle persone, all'apertura di portali a cui prenotarsi ,che vengono chiusi subito dopo, all'improvvisazione nella distribuzione delle dosi che rimangono inutilizzate a fine giornata. Se a questo aggiungiamo la vaccinazione nelle aziende, di cui si sta discutendo in questo ore, c'è il rischio concreto che a confusione si aggiunga ulteriore confusione, fino a rendere il tutto davvero ingestibile", prosegue il sindacalista.
"È una situazione di vera e propria anarchia che va fermata al più presto, rimettendo ordine. La Regione Veneto si attenga alle indicazioni nazionali e si dia una strategia di somministrazione regionale, che uniformi tutte le province. Non c'è più tempo da perdere. Ogni ritardo mette a rischio la salute delle persone, soprattutto di coloro che sono più esposti alle conseguenze del virus", conclude il dirigente sindacale.