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In Italia sono 1,5 milioni i giocatori “problematici”, 1,4 milioni quelli considerati “a rischio moderato” e due milioni “a basso rischio”. Dietro a queste cifre aggiornate dell’Istituto superiore di sanità ci sono famiglie in difficoltà non solo economica, che si indebitano e che subiscono le conseguenze sociali e sanitarie devastanti di una dipendenza che sta registrando un incremento esponenziale nel nostro Paese.
Per fare luce sul fenomeno, con un focus specifico sull’azzardo on line, Federconsumatori e Cgil, in collaborazione con la Fondazione Isscon e Federconsumatori Modena, hanno realizzato il rapporto “Il libro nero dell’azzardo - la crescita impetuosa dell’azzardo in Italia. Mafie, dipendenze, giovani”, presentato il 14 settembre nella sala stampa della Camera dei deputati a Roma.
Si parte da un dato: nel 2022 gli italiani hanno speso 136 miliardi di euro in tutte le tipologie di azzardo legale, con una crescita del 22,3 per cento rispetto all’anno precedente, una cifra vertiginosa, maggiore del finanziamento al servizio sanitario nazionale, che si attesta sui 128 miliardi di euro nel 2023, più del 7 per cento del Pil nazionale. Una torta sempre più grande che cresce di dimensioni e nella quale la fetta dei volumi lordi giocati online è in tendenziale aumento.
Nonostante siamo agli ultimi posti per connessioni internet, abbiamo la minore diffusione del wi-fi e registriamo i maggiori buchi nella copertura della rete, l’Italia è nelle primissime posizioni nella classifica mondiale per diffusione dell’azzardo online, a partire dalle aree dove questi problemi sono maggiori: Calabria, Campania e Sicilia.
“Esiste una relazione inversa fra la situazione socioeconomica finanziaria – afferma il report di Cgil e Federconsumatori - e l’incremento della raccolta complessiva dei giochi d’azzardo. All’acutizzarsi della crisi, reale o percepita, corrisponde una crescita della propensione al gioco e una conseguente contrazione dei consumi. Motore di questa dinamica, alimentata dalla crescente pubblicizzazione dei giochi d’azzardo legali, è l’idea illusoria di una vincita in grado di garantire la risoluzione ‘in un colpo solo’ dei problemi economici”.
L’indagine evidenzia poi che l’azzardo online è senza dubbio uno dei più importanti canali di riciclaggio di capitali sporchi: il diciottenne, il disoccupato, la vecchietta di novant’anni che scommettono online migliaia di euro, sono prestanome, persone comunque identificabili che debbono essere chiamate a chiarire. Inoltre, acchiappa sempre più i giovani delle scuole superiori anche minorenni, i quali giocano in classe, nella propria camera, in assenza di ogni controllo sociale.
Nonostante alcuni importanti risultati raggiunti, come il divieto di pubblicità e l’inserimento del disturbo nei livelli essenziali di assistenza, “oggi abbiamo ancora di più l’urgenza di intervenire per invertire la rotta – scrivono le due organizzazioni -, viste le posizioni espresse dal governo che vanno in direzione di un ampliamento dell’offerta, e viste le revisioni delle normative vigenti. Tanto per cominciare, serve una legge quadro nazionale che finalmente regolamenti in maniera chiara il settore, dettando disposizioni per la prevenzione della patologia, per la cura e per la tutela sanitaria, sociale ed economica dei giocatori”.
Poi, va garantita l’inaccessibilità del gioco ai minori, un divieto già esistente ma facilmente aggirabile, va ridotta l’inverosimile quantità di giochi, fisici e online, e posto il tema dell’accertamento della reale identità del giocatore e della tracciabilità dei flussi di denaro. Il divieto di pubblicità non può essere inoltre aggirato con decine di falsi siti informativi.
“Infine, va lanciata una vera e propria battaglia culturale – concludono Federconsumatori e Cgil -, in particolare nelle scuole, verso i giovani, per chiarire cos’è davvero l’azzardo, senza tentazioni proibizionistiche e soprattutto senza moralismi: è sufficiente, crediamo, descrivere la realtà”.