La crisi energetica ha creato una spirale inflazionistica che ha generato un’impennata del costo della vita. Secondo il rapporto Istat, ad agosto 2022 l’indice generale dei prezzi al consumo ha avuto un incremento dell’8,4% rispetto all'anno precedente. Volano i beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che in un anno sono aumentati del 9,7%.
Una situazione che rischia di mettere in ginocchio soprattutto le famiglie italiane, che devono fare i conti con un reddito disponibile lordo pro capite inferiore rispetto ad altri Paesi. Questo secondo i dati del Tesoro è stato nel 2021 di 22.600 euro, ma più della metà dei contribuenti non arriva a 20.000 euro lordi. Il tutto in un quadro, quello italiano, dove la precarietà e la disoccupazione sono tra le più alte d’Europa.
Stando ai dati Istat, nel 2021 l’occupazione femminile era ferma al 49,4%, mentre quella giovanile, nella fascia d’età 15-24 anni, era al 17,5%, il dato più basso tra le principali economie dell’Unione Europea. E il lavoro, quando c’è, troppo spesso è precario: da maggio 2020 ad oggi i contratti a tempo determinato sono cresciuti di 720mila unità.
Una situazione che genera anche profonde disuguaglianze: i dati 2021 di Bankitalia mettono in luce come il 10% della popolazione detiene il 48% della ricchezza nazionale, mentre al 50% della popolazione italiana più povera va soltanto il 10%.