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"Da settimane, nelle sedi dei sindacati degli inquilini della nostra Regione si moltiplicano le richieste di aiuto da parte di molti nuclei famigliari che faticano a pagare affitto, bollette energetiche e spese condominiali. D’altronde, i dati economici nazionali di forte impoverimento dei cittadini sono noti. Anche riguardo al tema 'casa', i segnali sono evidenti pure in Emilia-Romagna: il 7 ottobre, a due settimane dal termine ultimo per richiedere il contributo per l'affitto 2022, sono pervenute più di 50 mila domande, un incremento significativo rispetto al 2021, nel pieno della pandemia. Con questi numeri, le risorse messe in campo (40 milioni) non riusciranno a soddisfare il 50% della graduatoria". Così, in un comunicato congiunto, Cgil, Cisl, Uil e Sunia, Sicet e Uniat dell'Emilia Romagna.
"A questo, si somma l’incremento delle bollette energetiche dei rispettivi alloggi, e quelle dei condomini per il riscaldamento e l’energia per il funzionamento degli impianti. Parliamo di un numero di nuclei familiari che spesso risiedono in alloggi di edilizia popolare o residenziale, in affitto o in proprietà con redditi modesti e in immobili edificati da diversi decenni, con impianti e tecnologie costruttive fortemente energivore. Parliamo di spese condominiali che, a volte, superano abbondantemente i canoni di affitto", proseguono i sindacati.
"Da tale quadro, emerge un pericolo evidente: è necessario assumere misure urgenti per evitare una crescita esponenziale di morosità, portatrice di conflitti difficilmente sanabili. Come primo strumento, riteniamo che si debbano individuare dei tavoli di confronto territoriali in grado di coinvolgere istituzioni, Acer, rappresentanti degli inquilini e delle proprietà private e pubbliche, associazioni dei consumatori, amministratori di condominio e aziende fornitrici delle fonti energetiche e regionale, per costruire una risposta adeguata in ragione dei redditi delle famiglie, fino almeno a quelle che hanno un reddito Isee sotto i 20.000 euro annui e residenti in alloggi pubblici e privati", aggiungono le diverse sigle di categoria.
"Vanno poi individuate le risorse necessarie per ridurre sensibilmente l’impatto dei costi energetici, chiamando le aziende fornitrici a non procedere comunque all’interruzione del servizio, favorendo fasce di reddito con bonus di riduzione delle bollette e il pagamento dilazionato fino alla prossima primavera. Contemporaneamente, vanno individuati fondi territoriali, regionali e nazionali (a partire da criteri nazionali omogenei) da indirizzare ai Comuni per una loro rapida gestione", concludono le organizzazioni sindacali.