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"La gestione dell'emergenza sanitaria in Piemonte presenta numerose lacune. Gli assessori regionali alla Sanità e al Welfare continuano a essere sordi alle nostre richieste. Da settimane chiediamo di mettere in sicurezza, oltre agli operatori sanitari di ospedali e Rsa, anche gli ospiti, in prevalenza anziani e persone fragili di queste strutture. La Sanità regionale, che da troppi anni subisce solo tagli alla rete ospedaliera e al personale, non è riuscita a implementare le reti territoriali, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Serve subito una svolta". Così, in una nota, i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Danila Botta, Luca Caretti, Francesco Lo Grasso, anche a nome delle rispettive federazioni di Funzione Pubblica e Medici.
"Il tragico bilancio nella regione, tra le più colpite del Paese dopo la Lombardia, parla di 18mila contagiati, di circa 2mila morti. Nelle Rsa, si è raggiunto fino a ieri il numero di 450 decessi tra gli anziani non autosufficienti e oltre 400 contagi tra operatori sanitari e socio-sanitari, messi in isolamento fiduciario o ricoverati presso gli ospedali. E, per ora, nulla emerge sulla situazione delle strutture residenziali di disabili e malati psichiatrici. Gli operatori sono al limite delle forze, insufficienti per il livello di prestazioni sanitarie, mentre ancora oggi i tamponi e dispositivi di protezione sono carenti per affrontare adeguatamente la lotta al contagio". "L'autarchia, con la quale la Giunta Regionale ha affrontato l'emergenza, - concludono i segretari regionali - rifiutando il confronto con le parti sociali, ha prodotto questo risultato negativo che ci preoccupa molto. Si rende quanto mai necessario affidare la guida dell'emergenza a persone altamente competenti per evitare il peggioramento della situazione. Non c'é più tempo da perdere".