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Dall’educazione sessuale alla natalità. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha dichiarato nel corso di un question time che il mezzo milione di euro previsti in legge di bilancio per introdurre percorsi di educazione sessuale nelle scuole, sarà impiegato per formare gli insegnanti riguardo alle tematiche della fertilità e della natalità.
“Siamo imbarazzati dalle decisioni che sta prendendo questo governo sulla pelle di studentesse e studenti”, dichiara Camilla Velotta, della Rete degli studenti medi. Che aggiunge: “Questo fanatismo della Destra contro la presunta teoria gender nelle scuole è ridicolo, ignora una realtà evidente e cruda del nostro Paese, fatta di violenza di genere e di sessismo, che spesso si manifesta già in età adolescenziale, anche all’interno degli spazi scolastici”.
Per questo, aggiunge, “serve ripartire da un’educazione alla sessualità consapevole, che educhi al consenso e al rispetto. Non si incentiva alla natalità parlandone a scuola, ma costruendo delle garanzie stabili e reali per le nuove generazioni, che ci permettano di poter immaginare un futuro qui.”
“Per l’ennesima volta la Destra perde di vista l’obiettivo principale che dovrebbe avere la scuola pubblica – dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi – e cioè quello di formare al meglio nuove generazioni di cittadine e cittadini. Bisogna farlo ripartendo dall’abbattimento di quella cultura interiorizzata di machismo e patriarcato, che nonostante al ministro Valditara piaccia credere inesistente, è radicata ovunque nella nostra società e va sradicata proprio a partire dalle scuole”.
"Chiediamo da anni che vengano incentivati i percorsi di educazione alla sessualità, all’affettività e al consenso, ma questo governo pare non aver nessuna voglia di ascoltare chi vive davvero la scuola ogni giorno”, conclude Notarnicola.
Durissimo anche il giudizio della Cgil che denuncia “la deriva integralista e reazionaria della maggioranza di governo non conosce limiti e si manifesta ancora una volta nella pervicace negazione di qualunque percorso di educazione sessuale, affettiva e al rispetto delle differenze”.
Per la Confederazione “
la distrazione dei fondi previsti, per altro esiguissi mi, per promuovere corsi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole verso la formazione del corpo docente sull’infertilità, svela l’ossessione di questo governo per la natalità e per la fantomatica teoria del gender”.Inoltre, dimostra "la totale indifferenza in merito alla violenza occasionata dal genere, dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, affrontandola esclusivamente in chiave repressiva. Si depotenzia così la prevenzione, che invece noi riteniamo fondamentale per la costruzione di una cultura del rispetto”.
“L’educazione affettiva - prosegue il sindacato di corso d’Italia - viene demandata ancora una volta alle famiglie, che se vorranno se ne occuperanno, ma senza supporto pedagogico, scientifico e didattico”. “L’approccio demagogico-repressivo è ancora una volta servito, con buona pace di chi vorrebbe costruire una società più aperta, inclusiva e rispettosa di ogni differenza”, conclude la Cgil.