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"Il forte aumento dei costi delle materie prime e quello dell’energia sta determinando una importante irreperibilità dei materiali sul mercato, tanto da determinare il serio rischio di un blocco dei cantieri con quello conseguente della messa in cassa integrazione dei lavoratori, se non il licenziamento degli stessi. Il settore dell’edilizia, con tutto il suo indotto, è stato, fino a oggi, il traino di una evidente ripresa economica nella fase post pandemia che ha visto la nascita di nuove imprese col relativo incremento di posti di lavoro ma che, allo stato dei fatti, rischia un brusco rallentamento con inevitabili ripercussioni in termini di addetti". Così Simone Celebre, segretario generale della Fillea Cgil Calabria.
"I costi dei materiali, già più che raddoppiati nell’ultimo anno, continuano a subire ulteriori, e a volte ingiustificati e speculativi, aumenti tanto da determinare una insostenibilità degli stessi in capo alle imprese; a rendere la situazione ancora più gravosa si è aggiunto il macroscopico rialzo del costo del carburante che sta mettendo in gravi difficoltà la filiera dei trasporti e quindi della consegna dei materiali. Prima che la situazione finisca del tutto fuori controllo, considerato anche che le misure varate negli ultimi giorni non pare vadano nella direzione sperata, col rischio di compromissione anche della realizzazione delle opere previste dal Pnrr, è opportuno, se non necessario, un drastico intervento da parte del governo", prosegue il dirigente sindacale.
"Urgono interventi che mirino a individuare un paniere di beni materiali da sottoporre a prezzi calmierati, aggiornare, rivedendoli, gli importi con i quali le imprese si sono aggiudicati gli appalti per compensare i maggiori costi, rivedere i tempi di consegna contrattualmente fissati; diversamente, l’impatto della situazione non potrà che riverberarsi sulla realizzazione delle grandi opere, già avviate o commissionate, e, soprattutto, nella realizzazione delle opere previste dal Pnrr. La Fillea Calabria è consapevole della gravità del momento storico internazionale, ma ritiene che il grido di allarme e la richiesta d’aiuto che arriva dal comparto edile e delle costruzioni non possa rimanere inascoltato. Sono a rischio migliaia e migliaia di posti di lavoro", conclude il sindacalista.