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Il 1° marzo del 2017, in riconoscimento del valore morale e umano del progetto avviato da Libera, con voto unanime alla Camera dei Deputati, lo Stato Italiano approvava la legge che istituisce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
I nomi da non dimenticare
L'iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome.
“Io non so chi sia quella donna minuta seduta accanto a me, vestita tutta di nero, con gli occhi inondati di lacrime - raccontava don Luigi Ciotti in un'intervista dopo la strage di Capaci - Se ne sta lì composta ad ascoltare gli interventi delle personalità presenti, ma si vede che dentro è tutt’altro che immobile: qualcosa in lei freme, si dibatte per uscire. A un tratto, come per dare sfogo a quella vibrazione segreta, mi afferra una mano stringendola sempre più stretta. Infine il suo turbamento trova la strada della parola. La frase che mi dice sale strozzata dalla gola, combattendo per non sciogliere in singhiozzi il pianto sino a quel momento silenzioso: 'Perché non dicono il nome di mio figlio?'. 'Perché - ripete di nuovo - non dicono mai il suo nome?’”.
È così che dal 1996, ogni anno1, un lungo elenco di nomi scandisce una memoria che si fa impegno quotidiano.
La giornata del 21 marzo
Il 21 marzo è - scrive Libera – “una giornata di arrivo e ripartenza per il nostro agire (…) Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura, è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti che gli imponevano di derogare dal proprio dovere professionale e civile, ma anche le vite di chi, suo malgrado, si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o vittima di potenti esplosivi diretti ad altri. Storie pulsanti di vita, di passioni, di sacrifici, di amore per il bene comune e di affermazione di diritti e di libertà negate”.
L'appuntamento del 2023 a Milano
Quest’anno - XXVIII edizione - la manifestazione nazionale si svolgerà a Milano. Replicando la formula adottata negli ultimi anni a causa dell’emergenza, Milano sarà la piazza principale, ma simultaneamente, in centinaia di luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina la Giornata verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime, l’ascolto delle testimonianze dei familiari, approfondimenti relativi alle mafie e alla corruzione.
Lo slogan sarà “È possibile”.
“Ho abitato in una baracca - raccontava don Ciotti - la maestra mi rimproverò e le lanciai contro un calamaio. Mi rimproverò ingiustamente chiamandomi 'montanaro'. Cieco di rabbia presi il calamaio e glielo scagliai addosso. Questo per dire che mi portavo dentro il bisogno di arrabbiarmi di fronte alle ingiustizie. E poi, certo, ero segnato dalle difficoltà. Torino è una città che mi ha accolto e, anzi, di recente mi hanno chiesto di diventare ambasciatore della sua cultura. Ma non era facile arrivare qui negli anni Cinquanta. Avevo un occhio allenato agli ultimi, li scovavo”.
“Per occuparsi degli altri - aggiungeva - l’amore è base fragile. Occorre il sentimento di giustizia, un’empatia per le vicende umane, sentire sulla pelle le ferite degli altri che impedisce l’indifferenza, il giudizio, il pregiudizio, frutti velenosi dell’ignoranza (…) Oggi è più che mai urgente una dieta e una bonifica delle parole. Una di queste parole ce l’hanno rubata i ladri di parole: una di queste è ‘noi’”.
Perché per noi - tutte e tutti - è, deve essere, possibile.
“Oggi - diceva ancora il don - è eretico chi mette la propria libertà al servizio degli altri. Chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è. Eretico è chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa. Eretico è chi si ribella al sonno delle coscienze, chi non si rassegna alle ingiustizie. Chi non pensa che la povertà sia una fatalità. Eretico è chi non cede alla tentazione del cinismo e dell’indifferenza. Chi crede che solo nel noi, l’io possa trovare una realizzazione”.
E allora buona XXVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie. A tutte e tutti noi.
1 Il 21 marzo 1996 a Roma, piazza del Campidoglio, la prima edizione. E poi Niscemi (Cl), Reggio Calabria, Corleone (Pa), Casarano (Le), Torre Annunziata (Na), Nuoro, Modena, Gela (Cl), Roma, Torino, Polistena (Rc), Bari, Napoli, Milano, Potenza, Genova, Firenze, Latina, Bologna, Messina,Locri, Foggia, Padova, Roma, Napoli.