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Il decreto legge “Cura Italia” è sicuramente un tentativo di dare una risposta anche a tante categorie di lavoratrici e lavoratori finora escluse dagli ammortizzatori sociali, come Nidil Cgil aveva chiesto a gran voce nei giorni scorsi, anche unitariamente a Felsa Cisl e Uiltemp Uil. Entità delle spese previste e misura di alcuni trattamenti, in particolare sul lavoro autonomo, lasciano qualche dubbio di efficacia.
Lavoro in somministrazione
L’intervento per sostenere il Fondo di solidarietà dei lavoratori somministrati è un segnale importante, ma forse non sufficiente se l’emergenza dovesse durare nel tempo. L’obiettivo è quello di coprire i lavoratori attraverso la cassa ordinaria di settore e solo in ultima istanza con cassa in deroga. I lavoratori e le lavoratrici somministrati e quelli con contratti di collaborazione e con partita Iva, che stanno lavorando nel sistema sanitario, al pari dei loro colleghi dipendenti pubblici, andrebbero inclusi poi nelle misure speciali di sostegno previste dal decreto. Bene la moratoria prevista su licenziamenti collettivi e individuali.
Lavoro autonomo
Per quanto riguarda il mondo del lavoro autonomo, per collaboratori e professionisti con partita Iva individuale, l’indennità una tantum di 600 euro netti è un primo segnale di attenzione, pur non risolutivo e sufficiente. Di più si sarebbe potuto fare per i lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa (equiparati ai dipendenti dal punto di vista fiscale e previdenziale) per i quali sarebbe stato possibile, come avevamo proposto, un intervento con una specifica cassa integrazione.
Rimane aperto, poi, il tema della copertura dei professionisti con partita Iva individuale iscritti agli ordini professionali, che sembrerebbero a oggi esclusi e per i quali vanno individuate soluzioni che tengano conto degli effettivi cali di attività. Manca nel decreto un intervento per i lavoratori con contratti di collaborazione occasionale, quasi del tutto sconosciuti all'Inps in quanto fino a 5 mila euro di reddito non è prevista contribuzione previdenziale. La gran parte dei rider è “assunto” con questa tipologia e pian piano la loro attività va calando.
Collaboratori sportivi
Importante è l'inserimento nel decreto dei collaboratori sportivi, istruttori, amministrativi del settore – da sempre esclusi da ogni misura – nel sistema di indennizzo di 600 euro netti; si tratta di un primo importante passo affinché siano considerati pienamente lavoratori con diritti, come da tempo rivendichiamo. Si auspica che lo stanziamento di risorse previsto sia sufficiente.
Sostegno alla disoccupazione
Bene l’estensione dei termini per le domande di Naspi e Discoll, ma sarebbe necessario l’allungamento della durata dei sussidi di disoccupazione.
Verso un sistema universale di ammortizzatori sociali
In conclusione, il poderoso intervento messo in campo dal governo dimostra come serva costruire un sistema universale di ammortizzatori sociali e tutele, che non agisca però solo in caso di emergenza, per i tanti lavoratori e lavoratrici oggi esclusi. A partire dai più deboli.