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Articolo21 è parte integrante dei movimenti che si sono uniti alla Cgil nella piattaforma “La via maestra”. Partecipammo all’iniziativa che lanciò nello scorso maggio il progetto. Il diritto all’informazione, come quello alla libertà personale, è la precondizione per esercitare gli altri diritti. Tale contributo ci piacerebbe venisse inserito nel programma.
La prima uscita pubblica di Articolo21 risale al 2002, in coincidenza con la straordinaria manifestazione di piazza S. Giovanni a Roma. A sfilare in prima fila dietro il nostro striscione vi erano personalità come Sergio Lepri, Federico Orlando, la cui lezione di civismo antifascista ha segnato e segna l’attività che svolgiamo.
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Tutto questo è a maggior ragione indispensabile oggi, nell’atmosfera di regime che respiriamo, con un governo volto ad attaccare chi non si allinea al pensiero unico dominante. Si vogliono cancellare i contropoteri, quelli che dovrebbero salvaguardare gli assetti democratici: dalla magistratura alla comunicazione.
Stiamo assistendo all’aggressione alla Rai; sono stati rimossi con un improvvido emendamento ad un decreto i vertici del Centro sperimentale di cinematografia. L’ondata prosegue. Si evoca una sorta di contro narrazione, con un esplicito tentativo di revisionismo storico.
Il diritto all’informazione è un tema da tenere vivo anche dopo la manifestazione del prossimo 7 ottobre. L’oscuramento delle lotte e dei conflitti sociali fa parte del tentativo di indebolire il ruolo delle organizzazioni sindacali, sancito dalla Costituzione. L’universo dei media non è una terra dei sogni: è attraversato da disoccupazione e precariato, nonché colpito da bavagli e querele temerarie.
La stessa contrattazione con il governo è una finta, che si riduce alle riprese televisive. Il sindacato viene ridotto a una comparsa mediatica e la rappresentanza è travolta da una falsa rappresentazione, analogica o digitale che sia.
La messa in causa dell’articolo 21 è un pezzo dell’offensiva in atto contro la Carta fondamentale. Si vuole un premierato a reti unificate. Rai e Mediaset sono sempre più un’unica strisciata spesso propagandistica, quasi sempre omologata. Poche le eccezioni, non per caso nel mirino della destra. Il giornalismo di inchiesta è considerato un fastidio se non un nemico.
L’adesione dell’Associazione e dei suoi presidi locali è frutto, dunque, di una convinzione profonda. L’intreccio tra i lavori della e nell’informazione è una visione strategica.
L’innovazione velocissima delle tecniche richiede un salto di qualità.
Viviamo la stagione degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, in cui cambiano paradigmi e processi produttivi. La ricerca di modalità adeguate per contrattare gli algoritmi e i tempi del dispiegamento dell’lA non è rinviabile.
L’informazione si sposta dai vecchi modelli centrati sui media classici a un articolato sistema di fruizione: I social, i molteplici device del consumo.
La Via Maestra passa anche da qui.
Elisa Marincola, portavoce associazione Articolo21