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Entra oggi (venerdì 27 maggio) in vigore la legge 46 che disciplina l'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia a ordinamento militare. "Una legge che nel corso del suo iter abbiamo fortemente contrastato, in quanto la norma approvata presenta aspetti che non corrispondono alla necessità di esercitare una reale azione di rappresentanza e tutela del lavoratore militare". A dirlo è il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra, evidenziando che "il provvedimento, in taluni casi, rappresenta un passo indietro rispetto alla stessa sentenza della Corte costituzionale che nel 2018 dichiarò incostituzionale il divieto di costituire sindacati tra i militari".
Massafra rimarca che "sono state ignorate anche le sollecitazioni pervenute dalla Corte europea dei diritti dell'uomo e dal Comitato europeo per i diritti sociali, che hanno rilevato violazioni alla Carta dei diritti sociali da parte della norma". Per il segretario confederale Cgil "è stato deludente il comportamento della politica, che non ha voluto ascoltare le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa ed è riuscita a emanare una legge condizionata da una serie di contraddizioni che rendono impraticabile l'esercizio delle libertà sindacali tra i militari".
La Cgil e le organizzazioni sindacali delle Forze armate, dunque, ritengono necessario "proseguire nella battaglia attraverso tutte le iniziative possibili di carattere sindacale, politiche e giuridiche, per garantire al sindacato quel ruolo di presidio democratico e di tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori in divisa che trovano in queste organizzazioni il luogo idoneo per la completa affermazione dei diritti riconosciuti dalla Carta anche nell'ambito militare".