Demansionati, pedinati, sospesi ed infine licenziati. È la sorte toccata a sei dipendenti della Deriblok di Battipaglia, in provincia di Salerno, azienda che produce film estensibile per pallettizzazione. La loro colpa? Essere iscritti al sindacato e, per due di loro, essere addirittura rappresentanti sindacali di Filctem Cgil e Femca Cisl Salerno. “Fate un passo indietro, pensate alle vostre famiglie”: questo fu detto ai 14 dipendenti che nel 2018, con il cambio di vertice, avevano deciso di iscriversi al sindacato “perché – spiega Gerardo Paradiso, 45 anni operaio e rappresentante sindacale – avevamo cominciato a contestare la gestione del processo produttivo”.
Il passo indietro, Gerardo e i suoi colleghi, non lo hanno fatto. E così cominciate “le pressioni psicologiche, i demansionamenti, fino alla sospensione e al licenziamento”. Nel caso di Gerardo, tutto è cominciato quando ha chiesto un permesso di quattro ore per ragioni di salute. “Il mio turno finiva alle dieci di sera – racconta – alle sei cominciai ad avvertire forti mal di testa. Compilai il modulo ed andai a casa. Dopo due giorni mi arrivò una contestazione scritta in cui si diceva che mi ero intrattenuto con un collega proprio sotto casa. Praticamente mi stavano e ci stavano pedinando. Poi scoprimmo che da quattro mesi avevano incaricato un’agenzia investigativa”. Due settimane fa, arrivano sei lettere di “sospensione cautelare in attesa di accertamento”.
“Su sei – racconta Gerardo – cinque sono stati licenziati. A me è arrivata una sospensione di due giorni senza retribuzione per quel permesso. Tra i colleghi licenziati, c’è chi assiste pazienti oncologici. Uno, addirittura, era al primo giorno di permesso con la legge 104”. Il 9 e il 10 novembre, Filctem Cgil e Femca Cisl hanno indetto due giornate di sciopero distribuite su quattro turni, per denunciare “l’atteggiamento padronale dell’azienda e l’ennesimo atto di forte discriminazione messo in atto dalla Deriblok nei confronti dei lavoratori. Il provvedimento adottato – denunciano Filctem e Femca – è un atto strumentale e persecutorio, che ha come unico fine quello di mortificare la dignità dei lavoratori e di minare la tenuta psicologica degli stessi. Il vero motivo per cui i lavoratori sono stati licenziati è da ricercare nella logica padronale del datore di lavoro che, da sempre, dimostra ritrosia e avversione nei confronti di chi decide, liberamente, di iscriversi al sindacato. Non è tollerabile oltre ad essere discriminatorio e quindi illegittimo – concludono le due organizzazioni sindacali di categoria - il comportamento dell’Azienda che, in un periodo così buio e difficile, licenzia sei lavoratori”.
Per Gerardo ed i suoi colleghi licenziati e sospesi, l’amarezza più grande è stata quella di non aver ricevuto solidarietà dagli altri dipendenti Deriblok “mentre colleghi di altre aziende della zona – ha ricordato Paradiso – hanno rinunciato ad un giorno di stipendio per essere al nostro fianco. A chi, invece, ha preferito abbassare la testa, diciamo che nella vita chi combatte muore una volta sola, chi non combatte muore ogni giorno”.