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“Il decreto crescita contiene misure del tutto insufficienti a rilanciare con forza la ripresa economica del nostro Paese. Lo stesso governo infatti prevede uno stimolo aggiuntivo all’economia davvero minimale, solo dello 0,1% di Pil per il 2019”. È questo il giudizio che unitariamente Cgil, Cisl e Uil, con i rispettivi segretari confederali Gianna Fracassi, Andrea Cuccello e Tiziana Bocchi, hanno espresso quest’oggi in occasione dell’audizione su “Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi”, presso le commissioni Bilancio e Finanze della Camera dei deputati.
In particolare i tre dirigenti sindacali evidenziano una serie di criticità: “Non esistono – sottolineano – sostanziali novità in termini di politica industriale, manca una visione complessiva e non ci sono interventi che valorizzino le filiere produttive strategiche, come quelle relative alla transizione ambientale ed energetica. Gli interventi sul versante pubblico sono assolutamente deficitari rispetto alla necessità di mettere in campo un piano di assunzioni che risponda alle necessità dei settori pubblici e quindi dei cittadini”. Inoltre, Fracassi, Cuccello e Bocchi esprimono preoccupazione per la “grave assenza di investimenti pubblici per crescita e sviluppo, investimenti prioritari che abbiamo richiesto fin dalla stesura della legge di Bilancio. Completamente dimenticato – aggiungono – il Mezzogiorno, per il quale non sono previsti sostanziali interventi”.
Infine, Cgil, Cisl e Uil sottolineano, a fronte di una pluralità di incentivi fiscali a vantaggio delle imprese, l’importanza di prevedere con urgenza misure di redistribuzione fiscale, completamente assenti nel decreto: “Non è previsto alcun intervento di riduzione fiscale per lavoratori e pensionati”. “Per questo, oltre a chiedere l’apertura di un confronto serio sulle politiche industriali e di sviluppo, chiediamo – concludono Fracassi, Cuccello, Bocchi – che si apra contestualmente un tavolo sui temi fiscali”.