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“Un emendamento che mina pesantemente l’attuale sistema regolatorio nei porti”. A dichiararlo, il segretario nazionale Filt Cgil, Natale Colombo, a proposito dell’emendamento della Lega al decreto Aiuti quater intitolato “Disposizioni in materia portuale”, spiegando che “prevede, sostanzialmente, di concedere le risorse del comma 15 bis dell’articolo 17 della legge 84/94 a tutte le imprese portuali a cui è affidato un segmento del ciclo portuale”.
“Non abbiamo nulla contro le imprese portuali in difficoltà - evidenzia il dirigente sindacale -, ma le risorse in questione, relativamente alle misure d'incentivazione all’esodo, sono esclusivamente dedicate ai lavoratori del pool di manodopera temporanea di cui all’art.17 della 84/94 su approvazione dell’Autorità di sistema portuale. Fra l’altro, il decreto Milleproroghe nel 2021 ha già stabilito lo stanziamento da parte delle AdSP del 1% delle tasse provenienti dalla movimentazione delle merci da dedicare a uno specifico fondo per i lavoratori delle imprese portuali, dipendenti AdSP e terminal passeggieri al fine di fornire anche a questi lavoratori uno strumento idoneo a favorire l’esodo anticipato che si aggiunge a quanto individuato dal contratto nazionale dei porti per quelli delle imprese d'interesse generale. Infatti, è in via di definizione l’iter relativo alla promulgazione del suddetto Fondo di accompagnamento all’esodo sulla scorta delle indicazioni scaturite dai vari incontri tra ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, associazioni datoriali e sindacati di categoria”.
“Contrasteremo in ogni sede - afferma infine l'esponente della Filt - la creazione di quello che potrebbe essere un aiuto di Stato a tutti gli effetti e che genererebbe un grave precedente in grado di mettere in discussione l’intero impianto normativo. Chiediamo, pertanto, il ritiro dell’emendamento in questione e di favorire, invece, l’emanazione del decreto istitutivo del fondo di accompagno all’esodo per tutti i lavoratori piuttosto che guardare solo a una parte specifica, cosi come è necessario impegnarsi per l’emanazione del decreto attuativo sull’autoproduzione di cui non si ha notizia da due anni”.