Le Marche al voto tra il post Covid e le macerie della ricostruzione del terremoto. Un voto problematico, in un contesto difficile e complesso, tra vertenze irrisolte come quella della ex Jp Industries a Fabriano e della Toolk di Fermo e i contraccolpi della crisi legati alla pandemia. Nel mezzo di incertezze, si piazzano gli otto candidati alla presidenza della Regione, da anni guidata dal centrosinistra con Vito D’Ambrosio e Gian Mario Spacca, due mandati a testa, e poi con la vittoria nel 2015 di Luca Ceriscioli. Ora, però, i sondaggi danno per favorito il centrodestra. In pista ci sono otto candidati: Maurizio Mangialardi, Pd, Italia Viva –Psi-DemoS-Civici Marche. Rinasci Marche, Le Nostre Marche il Centro, Lista Mangialardi presidente e Marche Coraggiose, Francesco Acquaroli, Lega, Fdi, Fi, Unione di Centro, Movimento per le Marche, Civici con Acquaroli, Gian Mario Mercorelli, 5 Stelle, Sabrina Banzato, Vox Populi, Alessandra Contigliani, Riconquistare l’Italia, Anna Rita Iannetti, Movimento 3V, Roberto Mancini, Dipende da Noi, Fabio Pasquinelli, Partito comunista.
Il contesto
Le Marche stanno attraversando una profonda trasformazione nella struttura economica e sociale dovuta agli effetti ancora perduranti della crisi, in termini di quantità e qualità dell’occupazione, reddito e sicurezza sociale, oltre al rischio concreto di una progressiva marginalizzazione. La crisi ha pesantemente colpito il sistema manifatturiero, prevalentemente orientato alle produzioni tradizionali e del made in Italy, caratterizzato da imprese di piccole dimensioni, spesso sottocapitalizzate, ma negli ultimi anni sono state coinvolte anche le attività del terziario, dalla distribuzione al credito, dalla logistica al turismo. Preoccupano vari temi: la denatalità e il trend demografico; gli elevati livelli di precarietà e di lavoro discontinuo o a orario parziale, spesso involontario; un’elevata disoccupazione, soprattutto giovanile; il crescente fenomeno della migrazione di tanti giovani laureati. E ancora, la bassa partecipazione femminile al lavoro e le diseguaglianze di genere, le nuove povertà, le crescenti diseguaglianze – nei redditi e nelle opportunità – e il problema della non autosufficienza con cui si misurano moltissime famiglie. Il tutto confermato dalla Svimez che parla di una riduzione del Pil, dei redditi e dei consumi delle famiglie, cosi come degli investimenti, evidenziando una perdurante situazione di difficoltà delle Marche pur in un quadro in cui non mancano realtà aziendali d’eccellenza (che però faticano ad essere da traino per l’intero sistema).
Il documenti di Cgil, Cisl e Uil Marche
I sindacati hanno presentato un documento ai candidati: lavoro, ambiente, infrastrutture, welfare e ricostruzione post-sisma sono i temi principali. “Abbiamo voluto sottoporre all’attenzione dei candidati le priorità del sindacato – fa sapere Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche –. Abbiamo bisogno di promuovere il rilancio del nostro sistema economico e sociale. Occorrono risposte nuove che puntino su lavoro, processi di riconversione e transizione verso un’economia verde e digitale”. Insomma , “un nuovo modello di sviluppo che coniughi lavoro e diritti delle persone, che sia alla base per un Patto tra Regione e parti sociali ed economiche delle Marche”. Aggiunge Barbaresi: “È fondamentale che le rilevanti quantità di risorse, a partire da quelle europee, siano orientate a sostenere il rilancio del sistema produttivo per garantire uno sviluppo che punti sul lavoro di qualità, sull’innovazione, sulla sostenibilità sociale e ambientale". Per la sindacalista vanno superati i ritardi sul fronte infrastrutturale: "Oggi finalmente ci sono le condizioni e le risorse per realizzare o completare le opere strategiche per connettere le persone, i territori, i sistemi produttivi, dalle infrastrutture digitali a quelle materiali”. È poi necessario sostenere l’innovazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico, con una particolare attenzione alle piccole e medie imprese, per favorire la transizione verso un’economia digitale e green. Infine, Cgil, Cisl e Uil rilanciano con forza la ricostruzione post-sisma, la messa in sicurezza del territorio, le politiche e sociali e la sanità, non soltanto per riqualificare la rete ospedaliera, ma soprattutto per investire nella prevenzione e nei servizi territoriali. “La partita – conclude Barbaresi – è difficile, ma nelle Marche non possiamo permetterci che vinca la destra”.